Gabriella Grosso

Gabriella Grosso

UNI TRE BOGLIASCO Briciole di Scienza dal 2007 ad OGGI



BIOLOGIA   MEDICINA ENERGETICA

Sicuramente siamo tutti d'accordo nel dire che l'ambiente nel quale viviamo è complesso. Con quale altro aggettivo potremmo definire il clima, internet, le galassie, i mercati finanziari, l'evoluzione delle specie viventi, l'organizzazione di alcune colonie di insetti? E che dire della vita stessa, delle malattie, delle guarigioni? È anche vero il fatto che mentre ci si rende conto della sempre crescente complessità del mondo in cui viviamo, si osserva che gli strumenti a disposizione e i metodi finora usati sono spesso inadeguati, settoriali e lasciano molti interrogativi aperti. “Non esiste una sola cura di ciò che non può mai avere una sola causa” dice Aldous Huxley ne “L’isola”.
Molti studi nell’ambito delle neuroscienze e delle moderne teorie mente-corpo hanno dimostrato che la salute dell'individuo è fortemente influenzata dalla sua condizione emotiva, cosa che accresce la complessità del problema. È dunque ragionevole ritenere che i modelli di spiegazione attuali di malattia, guarigione e condizione psico-fisica siano insufficienti per capire la relazione tra corpo e salute e ancor più fenomeni come le guarigioni spontanee da malattie mortali, alcune performance dei cultori delle arti marziali, le capacità psicocorporee connesse alle discipline
contemplative e yogiche, la relazione che intercorre tra i corpi durante una sessione di massaggio o di terapia manuale.
La medicina tradizionale cinese e lo yoga indiano hanno da millenni la consapevolezza delle dinamiche energetiche dei flussi vitali e dei canali di circolazione di queste energie
 e la biofisica, scienza occidentale abbastanza recente, sta arrivando a dimostrare processi fisiologici ed elettrici organici che vanno in questo senso.
Sembra che il sistema endocrino, quello immunitario, quello circolatorio e quello nervoso non siano gli unici sistemi di informazione
 reattiva del corpo, ma che esista nell’organismo umano un sistema di comunicazione ad alta velocità che rileva e risponde all’ambiente energetico circostante. Viene ipotizzata l’esistenza di un sistema olistico formato da tutte le parti che costituiscono il corpo, ma non somma di esse. In esso tutto è fortemente interconnesso: le cellule sono immerse in una matrice energetica dove ogni parte è in grado di influenzare tutte le altre. 
 L’esistenza di questo sistema spiegherebbe ad esempio la possibilità che il cervello sia raggiunto da uno stimolo proveniente dal piede in un tempo così infinitamente esiguo, fenomeno che, come è stato dimostrato, la dottrina della conduzione nervosa non arriva a spiegare. Le informazioni viaggerebbero con diverse modalità fra cui i fotoni di luce ultravioletta e visibile, fononi di suono, vibrazioni cellulari a risonanza multipla, onde di densità di carica e potenziali quantici.

Così si affacciano alla stessa ribalta personaggi con formazioni molto diverse. È stato proprio un noto biofisico, James Oschman, a ipotizzare il sistema a cui si è accennato, basato sull’energia, più importante di ogni altro sistema fisico, che agisce silenziosamente sullo sfondo coordinando ogni nostra attività. Rupert Sheldrake, biologo candidato premio Nobel, sostiene che le strutture biologiche si dispongono in base a invisibili campi organizzatori. Dei campi organizzatori parleremo in fondo alla nostra trattazione, essi sono quanto di più nuovo viene ipotizzato in campo bioenergetico. Il dottor Reimar Banis, laureato in medicina generale e naturale, ha sviluppato un metodo diagnostico e terapeutico che mette in sintonia la sapienza antica della medicina naturale con le scoperte della psiconeuroimmunologia e le ricerche odierne sul cervello. Fondatore dell’Energetica Psicosomatica, oltre a continuare a lavorare nel suo ambulatorio medico, insegna il suo metodo a terapisti in tutto il mondo e fa ricerca sui nuovi criteri scientifici per ottenere il riconoscimento della Medicina Energetica. Donna Eden, guaritrice, pranoterapeuta ed eccezionale divulgatrice è senza dubbio la maggiore responsabile della attuale popolarità della medicina alternativa. Il suo libro Medicina Energetica, come pure il suo famoso Kit, ormai introvabili in Italia, è il testo di riferimento per eccellenza. Il contenuto di questo corso è tratto principalmente da esso.
La Medicina Energetica potrebbe essere la risposta agli interrogativi lasciati dalle scienze ufficiali, ampliando la comprensione del corpo umano ed essendo capace di collegare le scienze sociali e spirituali con le moderne bioscienze e la medicina attuale.

Ci avviciniamo sempre più ad una visione olistica in cui gli aspetti fisici, mentali, emotivi e spirituali vengono messi su un unico piano, da contrapporre alla visione analitica della scienza tradizionale. E ne sentiamo sempre più l’esigenza. Non è forse vero che l’antico medico condotto aveva una visione globale, più vicina a quella olistica, che manca ai super specialisti?
A noi occidentali manca soprattutto la capacità di credere in ciò che non percepiamo coi sensi e soprattutto non vediamo. Cos’ è l’energia di cui parliamo? E’ l’energia vitale, il Prana indiano, il chi o qi cinese, il Ki giapponese.
Citiamo Einstein: tutto nel mondo materiale è fatto di energia ed ogni cosa irradia energia.
L’energia può essere pensata come “il ponte tra spirito e materia” o più semplicisticamente tra parte psichica e fisica. Se lo spirito è, come spesso viene definito, l’energia della creazione presente dappertutto, l’anima è la sua manifestazione a livello individuale. La Medicina Energetica ha come obiettivi l’equilibrio, inteso come armonia, tra le forze e, a livello individuale, tra corpo e anima.
I bambini vedono e sentono le energie che circondano le persone, assorbono informazioni sulla loro salute, sul loro umore, ma nel corso dei primi 3 anni di vita queste abilità si perdono o si atrofizzano. Talvolta li potremmo sorprendere a guardarci sopra la testa: parliamone al più presto, appena la comunicazione è possibile. La nostra cultura non contempla né conferma tali percezioni.
Anche gli animali sono naturalmente in sintonia con le “energie sottili” (premonizioni di eventi naturali…). Alcune di queste abilità possono essere conservate o coltivate e recuperate, come ad esempio i ciechi che possono essere addestrati a cogliere le energie degli oggetti inanimati (nell’isola di Giava alcuni ciechi erano in grado di muoversi in un labirinto di bambù).
Chiamiamo energia sottile l’insieme di forze elettromagnetiche anche dosabili, presenti nell’ambiente e nel corpo, ma non riconosciute dalla nostra cultura; ne sono esempio le variazioni del campo energetico dovuto all’entrata di una persona in una stanza, il pollice verde, il ruolo della preghiera, il potere dei guaritori. Alcune persone possono avere predisposizioni per particolari tipi di circostanze legate all’energia e si parla di “interazioni energetiche”: per persone bisognose di aiuto, per l’arte, per i cavalli, per la montagna.
Dato che la Medicina Energetica è soprattutto preventiva e mira al benessere psicofisico, uno degli obiettivi prioritari è la rimozione di eventuali blocchi allo scorrimento dell’energia.
Per testare se i percorsi energetici di un individuo sono pervi o bloccati è possibile fare “Test energetici” specifici (zona per zona) o generali.
Mi sono chiesta se fosse utile introdurre i test energetici e altre parti tecniche, ma sono convinta che ad un primo approccio troppe informazione possano creare confusione, inoltre il mio ruolo è da sempre quello di segnalare novità e dare i concetti chiave. L’operatività è il passo successivo e vi approderanno solo quelli in cui si sia risvegliato un interesse personale. Ecco perché alla fine della trattazione mi limiterò ad introdurre solo alcuni esercizi che ritengo fondamentali.
L’obiettivo nostro è sfrondare, semplificare, sintetizzare ed arrivare alle tecniche di auto-aiuto che sono più vicine all’uomo, ripercorrendo all’indietro la strada della specializzazione. Teniamo presente che antiche culture divise dal tempo e dalla distanza geografica spesso utilizzano metodi molto simili e vengono tuttora “inventate” tecniche che poi si scopre essere parte della tradizione di una certa cultura indigena. Carl Jung definisce il comportamento arcaico della psiche umana come “l’uomo di 2 milioni di anni che vive in ciascuno di noi”.
Nella Medicina Energetica convergono nozioni antiche e nuove che riguardano il modo energetico di interpretare gli eventi.
Senza fare ricorso a inutili fideismi all’Oriente o all’Occidente, ma senza pericolose preclusioni mentali, accostiamoci alla Medicina Energetica tracciando un quadro sintetico ma completo.
Non si tratta certo di cancellare ciò in cui abbiamo creduto, che abbiamo imparato e studiato prima, ma di ampliare la nostra consapevolezza, rafforzare la prevenzione e aggiungere antenne a salvaguardia della nostra salute.


SISTEMI ENERGETICI
Si può parlare di otto sistemi energetici: meridiani, chakra, aura, tessuto celtico, reticolo di base, cinque ritmi o movimenti, triplice riscaldatore, flussi straordinari.
Culture diverse, in base al loro approccio specifico alla guarigione, hanno enfatizzato alcuni di questi sistemi rispetto ad altri.
In particolare gli agopuntori cinesi da migliaia di anni guardano a meridiani e 5 movimenti, gli indiani prima degli agopuntori ai chakra, la religione cristiana fa riferimento all’aura (attraverso l’aureola), in Oriente, nei Paesi Scandinavi, e presso Tribù indigene americane ai flussi straordinari, in Oriente al tessuto celtico, noto anche come anello energetico tibetano, nella Energia Orgonica (Wilhelm Reich) al reticolo di base.
Nella filosofia cinese si trova un libro chiamato Libro dei Mutamenti o I King o I Ching. I Ching è un sistema di saggezza e divinazione basato sul concetto del mutamento. Il Tao, principio assoluto genera il Qi, soffio vitale, elemento comune a tutte le cose. Dal Qi prendono vita due forze opposte yin e yang. Esse rappresentano rispettivamente il femminile ed il maschile, la terra (energia condensata) ed il cielo (energia sottile), il ricettivo ed il creativo. Il mutamento è prodotto dalla costante interazione di queste forze che fluttuano intorno ad uno stato d’equilibrio.

I MERIDIANI
I 12 Principali Meridiani rappresentano l’apparato circolatorio dell’energia del nostro corpo. Simili ad una metropolitana, sono percorsi energetici profondi, canali che collegano stazioni prossime alla superficie, gli agopunti. Questi ultimi sono punti energetici o zone calde situate nell’epidermide, che stimolate con aghi o con la digitopressione rilasciano o ridistribuiscono energia. I 12 meridiani, paragonati a fiumi, sono connessi tra di loro e prendono il nome dall’organo primario del sistema che servono o dalla funzione che svolgono (meridiano dei polmoni, cuore, stomaco, milza, fegato, cistifellea,  intestino tenue, intestino crasso, rene, vescica, della circolazione e triplice riscaldatore) e ognuno di essi collega l’interno del corpo  con la super-ficie. Altri, detti Meridiani Straordinari e paragonati a laghi, fungono da collegamento e regolarizzazione. In particolare 2 di essi sono diversi in quanto corrono in superficie e si aprono all’esterno. Essi sono Ren Mai o meridiano centrale (o vaso della concezione) che equilibra e controlla i meridiani yin e Du Mai o meridiano vaso governatore che governa tutti i meridiani yang. Il Ren Mai parte dal perineo e corre sulla parte mediana anteriore del corpo fino alla lingua, il Du Mai parte dal perineo e percorre la parte mediana posteriore del corpo fino al palato. Essi fanno parte dei Flussi Straordinari (vedi in seguito). I loro nomi “europei” sono stati stabiliti dalla Convenzione di Ginevra del 1989 a proposito della Nomenclatura dei Punti di Agopuntura.













Ogni sistema (immunitario, nervoso, endocrino, circolatorio, respiratorio, digestivo, scheletrico, muscolare, linfatico) della medicina tradizionale è servito da almeno un meridiano.
In Giappone i controlli sanitari agli impiegati governativi iniziano con uno screening con 28 elettrodi collegati a punti chiave dei 14 meridiani. Solo gli individui con quadro energetico irregolare vengono sottoposti ad accertamenti clinici.



I CHAKRA
Se i meridiani sono canali che ci percorrono da capo a piedi, i chakra sono centri energetici, le ricetrasmittenti del nostro corpo. In culture indigene di tutto il mondo (dalle Hawaii, alla Cina, all’India, alla cultura ebraica…) viene attribuita grande importanza a centri che coordinano attività elettromagnetica ed energia vitale. Noi useremo il termine yogico indiano di Chakra che significa disco, vortice, ruota. Essi ruotano in senso orario o antiorario. Essi sono le stazioni dell’energia, collegate tra loro attraverso i binari dei meridiani. I chakra governano il sistema endocrino, di conseguenza ormoni ed emozioni.
Ci sono 7 chakra principali situati dalla base della colonna alla sommità della testa. La cultura Tibetana ne prevede 5. I chakra sono anche sedi della memoria storica del nostro vissuto. Ogni chakra ha 7 strati dalla superficie verso il profondo. Nei primi strati stanno gli eventi recenti, nel 4° strato quelli del passato recente, nel 5° e nel 6° immagini e storie del passato, nel 7°(!) gli eventi delle vite precedenti legate a quel chakra. Lì risiede il potenziale non realizzato della persona e qui spesso sta la chiave di comportamenti inspiegabili.  I vari chakra presentano colori caratteristici che persone sensibili possono vedere.
1°“chakra della radice” o della forza divina  Colore: rosso Elemento: Terra
Posizione: nella parte inferiore del bacino, nel perineo tra ano e genitali.
Significato: è la stabilità psichica nelle diverse situazioni della vita, la capacità di governare gli istinti; ha solo un polo. È il chakra con cui vengono assorbite le energie della Terra, governa tutto ciò che è solido nel corpo (ossa, denti, unghie).
Squilibrio: paura.
2°“chakra sacrale” o della vita Colore: arancio. Elemento: Acqua
Posizione: metà inferiore del ventre, tra ombelico e genitali e sul dorso, al sacro. Connesso alle funzioni liquide: sperma, urina.
 Significato: è il piacere, la gioia di vivere, la sessualità espressa al massimo delle sue potenzialità.
Squilibrio: apatia.
3° “chakra del plesso solare” o dell’ordine Colore: giallo Elemento: Fuoco Posizione: metà superiore del ventre, tre dita sopra l’ombelico.
Significato: è la capacità di agire energicamente, la volontà, l'autostima e l'autonomia personale. In senso spirituale è l'essenza attiva di cui siamo stati dotati. Presiede a tutto il sistema metabolico (assimilazione del cibo, produzione energia, calore).
Squilibrio: vergogna.
4° “chakra del cuore” o dell’amore  Colore: verde o rosa  Elemento: Aria
Posizione: zona pettorale del corpo, dietro lo sterno.
Significato: è la capacità di amare emotivamente, provare un sentimento che non parte tanto dalla mente, quanto dal cuore. Per gli Indù il respiro, connesso a questo chakra, è il tramite tra mente e corpo e nella tradizione yogica respirare bene amplia la coscienza e purifica l’organismo. E’ il chakra che supera le separazioni, antiduale, promuove l’unità e per questo è centro di guarigione.
5° “chakra della gola” o del potere Colore: azzurro  Posizione: nella metà inferiore del collo e a livello delle clavicole. Elemento: Etere, a questo elemento è collegato il suono e l’udito.
Significato: è la creatività, la comunicazione, la spiccata percezione estetica. Gli artisti sono persone nelle quali questo chakra è ben sviluppato. In senso spirituale, infatti, rappresenta la connessione con l'altrove, l'essere in comunicazione con dimensioni che superano l'umano.
6° “chakra del terzo occhio” (cioè dell’epifisi o ghiandola pineale) o dell’immaginazione o voce dell’anima o della visione psichica. Colore: indaco Elemento: Luce Posizione: grande chakra che si trova al centro della fronte.
Significato: è la sede dell’intuizione. In senso spirituale il terzo occhio, come qualità della persona è la fiducia in se stessi. Squilibrio: sentirsi soli e abbandonati.
7° “chakra della corona” o dell’intelligenza e volontà  Colore: viola Elemento: Pensiero Posizione: sopra il cranio, come quello della radice ha un solo polo. Associata alla ghiandola pituitaria o ipofisi (ormoni crescita, maturazione sessuale, statine) e al cervello, in particolare alla corteccia, sede della frequenza più alta della vibrazione energetica.
Significato: è la capacità spiccata di pensare strategicamente, cioè abbracciare la situazione con il pensiero; in senso spirituale è la comunione con il Divino, in senso individuale è l'autorealizzazione.
Attività precipua è la meditazione, una pratica che permette alla mente di selezionare i dati e riorganizzare la matrice di fondo, funziona come la deframmentazione dell’hard disk del computer: lascia spazio per operare e registrare nuove informazioni senza mandare in tilt l’intero sistema. La meditazione ci aiuta a mantenere il nostro centro, che è la principale matrice organizzativa dell’essere.
Proprio ai chakra si rivolge il Reiki su cui ci soffermeremo per una lezione di ampliamento tenuta da una Maestra.
La parola Reiki significa Forza o Energia Universale e questa tecnica giapponese, fondata da Mikao Usui, e' una delle piu' conosciute discipline dolci diffuse nel nostro continente. E' un metodo naturale che ristabilisce nell'individuo il suo equilibro energetico favorendone un sempre maggior benessere psico-fisico. Chi pratica Reiki è in grado di connettersi consapevolmente alla fonte della Forza Vitale, diventandone così un canale e trasmettendola dalle proprie mani a se stesso o agli altri.




L’AURA



L’aura è un alone energetico spesso colorato che circonda ciascuno di noi come pure gli altri
esseri viventi e non viventi. Ha la funzione di contenere le energie, abbraccia e protegge, funge da filtro selezionante: è come una antenna a due vie, porta energia dall’ambiente verso i chakra, invia energia dai chakra verso l’esterno.
Quando ci sentiamo forti e felici l’aura può arrivare a pervadere un’intera stanza. Quando siamo tristi, scoraggiati e cupi l’aura si ripiega su di noi formando un guscio o scudo energetico con la funzione di isolarci dal mondo esterno.
Le aure di alcune persone si protendono verso altre e le avvolgono, mentre respingono altre come se fossero circondate da un recinto elettrificato.
La densità di un’aura varia e riflette lo stato di salute, l’eccitazione e la serenità.
Quando le persone invecchiano l’aura comincia a svanire e via via diventerà talmente debole da non riuscire a mantenere all’interno le energie del corpo.


IL TESSUTO CELTICO
Il tessuto celtico mantiene in equilibrio e collega tra loro, dal punto di vista energetico, tutti i nostri sistemi energetici. È il tessitore delle nostre strutture energetiche.
Viene riconosciuto da varie culture:
in Oriente si chiama anello energetico tibetano;
in Yoga è rappresentato da 2 linee curve che si incrociano 7 volte incastonando i chakra;
in Occidente è collegabile al caduceo (simbolo della professione medica) con 2 serpenti che si intrecciano 7 volte.
Vi si collega il simbolo di 8 o di ∞ (infinito) per la sua funzione di connettere parti: lo si rappresenta come un unico 8 dalla testa ai piedi sottolineando anche la funzione di fare incrociare le energie dei 2 emisferi cerebrali.  Si possono visualizzare 8 a livelli sempre più piccoli fino all’elica del DNA.
Alcuni guaritori riescono ad udire il Tessuto celtico nel suo lavoro di tessitura.



IL RETICOLO DI BASE
Il reticolo di base rappresenta l’impalcatura, la struttura portante, le fondamenta energetiche del nostro corpo, è intrinseco al soggetto, non connesso col mondo esterno.
Ogni chakra partecipa a creare il reticolo di base, la sua visualizzazione è più facile se ci pensiamo sdraiati (infatti il soggetto in piedi ha come fondamenta energetiche il chakra della radice).
E’ come un cuscinetto che assorbe gli urti, ma se lo shock è troppo forte e lo frantuma, la diagnosi stessa è ardua ed il ripristino è davvero  lungo e difficile.
Il reticolo è costituito da 64 strutture di cui 8 sono rami principali. Se si ripara un ramo principale, le sue strutture secondarie si rigenerano.


I CINQUE RITMI
I ritmi fondamentali vibrano regolando il nostro corpo energetico durante l’anno e durante la vita. Istituiti dai medici cinesi già dal 3000 a. C, oggi vengono chiamati in modo diverso a seconda della cultura: ritmi, fasi, stagioni, elementi, percorsi, movimenti.
Se si parla di stagioni, ad ognuna è associato tradizionalmente un elemento ( estate-fuoco, estate indiana o di S. Martino-terra, autunno-metallo, inverno-acqua, primavera-legno), ma in tutte le denominazioni l’enfasi va posta sull’aspetto dinamico del susseguirsi delle stagioni e non su quello statico come sembra essere suggerito dalla denominazione tramite gli elementi. Inoltre è da precisare che il ritmo denominato estate indiana si riferisce a tutti i periodi di transizione intorno a equinozi e solstizi.
Il sistema dei 5 ritmi si fonda sulle bioenergie fondamentali di ogni persona.
Comprendere qual è il ritmo primario nostro e delle persone a noi vicine potrà essere di aiuto per decodificare i comportamenti e vivere in maggior armonia.
Presentiamo sinteticamente i 5 ritmi.
Ritmo inverno: spirito fresco, entusiasmo infantile, le persone in cui prevale questo ritmo immaginano e avviano progetti con gioia, si fidano ciecamente, non amano i percorsi lunghi, necessitano di attenzione, sono narcisisti, riflettono molto, possono essere vittima di paure. Camminata senza fretta, elegante, un’onda che si infrange.
Ritmo primavera: discontinuo, ma insistente come un soldato in marcia, vivono il presente,  la loro forza sta nella perseveranza, sicuri di sé, capaci di affrontare le crisi,  decisi, ostinati. Sentimento negativo: la collera. Camminata discontinua, calpestano il suolo con decisione.
Ritmo estate: la persona è sempre dappertutto, vive il presente, vede e trova il lato positivo delle cose, possiede la bacchetta magica. Sentimento negativo: l’isterismo. Camminata altalenante con le braccia che accompagnano il su e giù.
Ritmo di transizione: desiderosi di aiutare gli altri, a volte ne ostacolano le transizioni (“ il buon samaritano colpisce ancora”), bravi nel dare consigli agli altri a volte trovano difficoltà ad aiutare se stessi, la generosità può rasentare il martirio. La perdita è componente inevitabile della transizione, a volte non si sentono abbastanza forti per affrontarla e rimangono legati ad uno schema ormai superato (nel matrimonio, nel lavoro…) . Camminata rilassata, poetica, garbatamente ondeggiante.
Ritmo autunno: energie contenute ma serene, ritmo come passo di ballerina classica, sguardo al futuro, consapevolezza della morte, consci delle sofferenze del mondo, mirano al completamento, sono desiderosi di perfezione, gentili, onesti, integri, rischiano la depressione. Camminata ritmica, maestosa, testa alta, sguardo in avanti.
C’è una rappresentazione a ruota che mette in relazione i 5 ritmi. È verosimile che in ogni individuo si possano percepire un ritmo primario e tracce del ritmo che precede e/o che segue, fino ad un massimo di tre. Come si vede ciascun ritmo è legato alla funzionalità di organi.


TRIPLICE RISCALDATORE E FLUSSI STRAORDINARI: I SISTEMI ENERGETICI CHE GOVERNANO IL SISTEMA IMMUNITARIO

Il sistema immunitario può essere condizionato e trasformato. Per la medicina cinese è governato da due sistemi energetici: triplice riscaldatore e flussi straordinari.
Il meridiano triplice riscaldatore è ben più di un meridiano e agisce a rete come fanno i flussi, mobilita tutti i sistemi del corpo perché combattano.  Tutti sono potenziali nemici. Agisce sulle ghiandole surrenali, è governato dall’ipotalamo che è il termostato del corpo. Ricorda il sistema ortosimpatico della medicina occidentale. D’altro canto i flussi straordinari svolgono funzione di organizzatori e attuano con dolcezza e armonia la coordinazione tra i sistemi energetici del corpo in analogia al parasimpatico.
E’ il triplice riscaldatore che fa divampare la febbre e le infezioni in risposta alle aggressioni esterne, stimola la produzione di adrenalina e lo stato di “combatti o fuggi”. Se è costantemente attivato sfinisce il corpo. Può essere utile sedare il triplice riscaldatore, dato che esso è responsabile di risposte allergiche anche quando la causa viene meno (come le risposte autoimmuni) o dello stato di allerta o ansia.
I flussi straordinari non sono localizzati, ma diffusi, sono più primitivi ed anche filogeneticamente si sono presentati prima dei meridiani e dello stesso triplice riscaldatore. Sono presenti in insetti e anfibi dove mancano i meridiani. Sono circuiti psichici. Se dirigiamo l’attenzione su un punto del corpo l’energia dei flussi straordinari si sposta immediatamente là. Sono il ponte energetico tra il pensiero e i neurotrasmettitori cerebrali.
Il principale tra i flussi, nel doppio ruolo di flusso e di meridiano è il meridiano della milza, esso favorisce una difesa essenziale preservando la vitalità dell’organismo, regola l’afflusso del sangue, il metabolismo, la produzione di anticorpi, il nutrimento, l’omeostasi, cioè la capacità degli organismi viventi a mantenere un equilibrio chimico-fisico interno anche al variare delle condizioni esterne. Si è già parlato di vaso concezione o meridiano centrale e di vaso governatore che sono anch’essi meridiani e flussi.

LA MALATTIA, IL PULSANTE DI RESET
“La malattia è il medico cui diamo maggior ascolto, alla bontà e alla saggezza facciamo promesse, al dolore obbediamo…” M.Proust  À la recherche du temps perdu.
Se il corpo arriva ad una congestione che si è verificata nonostante i preavvisi, allora la malattia viene ed inevitabilmente provoca un reset che in definitiva sblocca, purifica, rafforza e riequilibra le energie. Nel subire trasformazioni, alterazioni e interventi esterni le energie del corpo aumentano e diventano più coerenti.
L’evoluzione dell’uomo spesso risulta non sincrona e non aggiornata con i cambiamenti dell’ambiente. È il caso della sindrome “combatti o fuggi” sempre innescata, malattia dell’uomo attuale che per tacitarla si cura con calmanti, cortisonici, antistaminici…
Non solo l’uomo, ma anche nel mondo animale l’evoluzione rimane indietro rispetto ai mutamenti dell’ambiente. Le procellarie della Tasmania provano, ma non riescono, a raggiungere l’Antartide che si è allontanata per i processi tettonici.
La medicina energetica, usata come arte volontaria, può insegnare al corpo ad ovviare alle gap evolutive e ad affrontare la malattia come un processo naturale di autodifesa, ad interpretare i messaggi e a potenziare le risposte dell’organismo. Massima è l’importanza della prevenzione: se ogni giorno avremo cura di tenere le energie in ordine e in grado di scorrere, il corpo disporrà di una medicina molto efficace per contrastare quasi tutti i tipi di malattia, inoltre ci toglierà dalla sensazione di impotenza che è spesso deleteria in caso di malessere.
Soprattutto in caso di malattia è difficile avere volontà di fare cose, dunque riduciamole al minimo.
Affermare l’intenzione di guarire. Chiedersi innanzitutto qual è il primo cambiamento sostanziale atteso e sintonizzarsi su quello. Poi affermare di star meglio con riferimento specifico ai sintomi.

IL DOLORE
Il dolore è uno strumento che il corpo utilizza per richiamare l’attenzione sulle responsabilità che abbiamo nei confronti della nostra salute.
Alleviare il dolore lavorando sul respiro (odora la rosa, soffia la candela).

TRA LE CORRENTI ELETTROMAGNETICHE
“Oggi nuotiamo in un mare di energia che è quasi totalmente opera dell’uomo” Robert Becker, chirurgo ortopedico nominato 2 volte per il Nobel per le sue tecniche di rinnovamento del tessuto osseo utilizzando proprietà elettromagnetiche.
L’energia elettromagnetica dell’ambiente, sia la naturale che quella creata dalla civiltà, influenza i meridiani, i chakra e gli altri sistemi energetici in modo positivo o negativo.
Il campo elettromagnetico terrestre ha un ruolo preciso sul nostro benessere (operai giapponesi in edificio schermato ed astronauti hanno perso l’80% della densità ossea). Infatti dentro il nostro corpo ci sono cristalli di magnetite che interagiscono con il campo.
Sono stati provati effetti di campi magnetici generati dalle linee di distribuzione di corrente elettrica a 60 Hz su incidenza di leucemie, linfomi, tumori del tessuto nervoso di bambini e adulti che lavoravano in aree limitrofe. Possibili responsabili: linee elettriche, trasformatori, coperte elettriche, monitor di pc, luci fluorescenti, forni a microonde…
È anche vero però che le procedure basate sui campi magnetici sono in genere innocue e in taluni casi terapeutiche. Uso dei magneti (!!) Sarebbe bene trattare l’acqua da bere coi magneti.

IL CAMPO ORGANIZZATORE
"Tutti i sistemi sono regolati oltre che da energie conosciute e fattori materiali anche da campi organizzatori invisibili” Barbara Ann Brennan  Mani di luce.
Oltre tutte le energie sottili già viste, esiste anche per ogni individuo un campo organizzatore o campo delle abitudini o campo morfico (Sheldrake) che racchiude le abitudini di corpo, mente ed energia. Esso circonda e pervade ogni struttura vivente, ogni corpo, organo, o cellula. E’ una zona di influenza che trasporta informazioni, organizza l’energia e dà forma agli organismi viventi. Se l’energia di meridiani, chakra, flussi straordinari cambia in funzione dello stato di salute, di umore…, il campo organizzatore è costituito da energia altamente stabile.
“La forma segue il campo”. Le strutture biologiche si dispongono in base a invisibili campi organizzatori” dice Rupert Sheldrake, biologo candidato premio Nobel. Si tenga conto del fatto che nessun gene pare sia deputato alla sintesi tra le varie informazioni genetiche, compito che sembrerebbe essere appannaggio dei campi organizzatori. Come si è detto sono molto stabili, quindi resistono ai cambiamenti, non sono locali cioè i loro effetti non sono limitati alle zone in cui si trovano e possono essere influenzati dal pensiero.

PER FINIRE   
Capire il linguaggio del nostro corpo aiuta ad ascoltare i suoi bisogni e a comunicare con esso
Regola aurea per ritrovare salute, gioia, vitalità

  • Staccatevi dal mondo frenetico
  • Sintonizzatevi su voi stessi, pronti a registrare i piccoli messaggi che il corpo invia
  • Oltre a curare e nutrire il corpo, fate vostri alcuni esercizi fondamentali per prendervi cura anche dell’involucro energetico.
  • VOGLIATEVI BENE PRENDENDOVI CURA DI VOI.

 

PARTE TECNICA

La Medicina Energetica si avvale di tecniche che permettono di mantenere pervie ed esenti da blocchi le vie di scorrimento dell’energia o che aiutano l’energia a scorrere meglio, sono per la maggior parte tecniche di autotrattamento che mettono in comunicazione corpo, mente e spirito (o anima se parliamo a livello individuale).
Massaggio, Picchiettatura (Tapping), Digitopressione (Shiatzu): attraverso queste tecniche si hanno stimolazioni meccaniche che sollecitano il campo energetico il quale invia impulsi elettrochimici al cervello promuovendo il rilascio di neurotrasmettitori. Se si usano più dita o la mano intera come nel massaggio, specie all’inizio, è meglio perché si stimola una zona più ampia che verosimilmente comprende i punti focali.
Imposizione delle mani (Reiki): con questa tecnica si salta la fase meccanica e il campo energetico viene direttamente stimolato senza contatto, dall’energia delle mani opportunamente attivata.

Esercizi Fondamentali: li abbiamo schematizzati nelle figure seguenti.
 (alcuni compaiono in un video su U-tube con dicitura Routine energetica di Donna Eden).



             1.    Le tre percussioni Si picchiettano i punti K27, la zona timica e i lati della gabbia toracica     (dove stanno i punti terminali del meridiano della milza); le percussioni servono ad innalzare il livello energetico e stimolare il sistema linfatico, rafforzando le difese.
1.    Punti “oh mio dio” Con la pressione delle prominenze frontali dette “punti oh mio dio”, il sangue è richiamato al proencefalo, rendendo il pensiero più lucido e viene riattivata la circolazione sanguigna di tutto il corpo; particolarmente utile dopo uno spavento.
2.     Il gattonamento incrociato (The Cross Crawl) Serve per bilanciare e armonizzare le energie. Moltissime arti marziali hanno esercizi che si basano sull’incrociare le energie.
3.     La postura di Wayne Cook  Porta aria al cervello, aumenta la concentrazione.  
4.     La trazione della corona (The Crown Pull) Piacevole da fare: il massaggio giornaliero al cuoio cappelluto ripulisce la congestione mentale, riporta sangue alla testa, in più rallenta la caduta dei capelli.
5.      La cerniera (The Zip Up) Protegge dalle energie negative intorno a voi.
6.     Il cielo entra in noi Serve a ricevere l’energia dall’universo per attivare il nostro equilibrio energetico e in particolare quello dei flussi straordinari. È un gesto introdotto in molte discipline fisiche per ben iniziare a lavorare.
  1. Separare il cielo dalla terra Serve a rimuovere le energie in eccesso ed è presente nella cultura Egiziana, Cinese, Indiana. Mettere le mani sulle cosce, poi passando all’esterno ed espirando si pongono le mani a preghiera, inspirando poi si separano le braccia, una in su e una in giù.
  2. Gli 8 ritmici Integrano l’equilibrio tra i due emisferi, quindi tra parte razionale (emisfero sinistro) e parte creativa (emisfero destro).
  3. La Sospensione Spinale Assumere posizione come se si stesse seduti su una sedia invisibile. Agisce su tutti i meridiani e i chakra perchè allunga e distende la colonna vertebrale aprendo le scapole. Rigenera e previene l’affaticamento, fa recuperare scioltezza quando si è legati.
  4. Il Collegamento Riporta in equilibrio i flussi straordinari (meridiano centrale e vaso governatore) e ridona vigore alle energie spente. Indice o medio di una mano su 3° occhio e l’altro su ombelico spingendo verso l’alto con un certo vigore, con occhi chiusi respirando. Un sospiro profondo spontaneo può essere prova di efficacia.

CURIOSITA’ Cinque tibetani: Esercizi apparsi per la prima volta in un opuscolo di 32 pagine in cui un certo Peter Kelder divulgò i cinque riti, stampato per la prima volta nel 1939 con il titolo "The Eye of Revelation". In esso Kelder racconta di essere venuto a conoscenza dei riti da un colonnello in pensione dell'esercito britannico, il quale avrebbe scoperto un misterioso e remoto monastero nella regione himalayana i cui monaci erano a conoscenza del segreto della "fonte dell'eterna giovinezza". Il segreto consisterebbe nella pratica quotidiana di cinque esercizi (detti "riti"), i quali vengono descritti nel libro insieme ad alcuni altri brevi insegnamenti circa l'alimentazione e lo stile di vita. Ci sono dubbi circa l’autenticità della fonte dei riti: i lama buddisti generalmente insegnano a superare l'attaccamento ai valori materiali, compreso il desiderio di apparire giovani, snelli e attraenti e nessun lama tibetano finora ha mai affermato di conoscere gli esercizi che costituiscono i cinque riti prima che essi gli fossero mostrati.










BOTANICA 

Come nutrire e curare le nostre piante su balconi e terrazzi


TIPI DI PIANTE Il manto del nostro giardino è costituito da alberi responsabili della verticalità, da arbusti e rampicanti che danno trama e disegno al giardino, e da piante erbacee responsabili del vero e proprio arredamento a macchie di colori e profumi.
Tralasciamo gli alberi la cui cura esula da una trattazione amatoriale.
Gli arbusti e i rampicanti dei nostri giardini e terrazzi non dovranno mai essere “lasciati andare”. Ecco perché nel corso del loro ciclo vitale sarà opportuno procedere a potature di contenimento, bonsaizzanti. Anche le concimazioni dovranno avere come obiettivo l’equilibrio: pochi concimi fogliari e solo se necessari, qualche concime per potenziare la fioritura nei mesi primaverili. Tra le essenze arbustive rientrano le bouganvillee, i gelsomini, i rincospermi, le plumbago, gli oleandri, le lantane, le bignonie, le azalee, i rododendri, le rose, il lillà, la forsizia, la lavanda, l’ortensia, la ginestra, il glicine, le Clematis…, ma anche molte delle piante aromatiche alimentari e medicinali (i Semplici rinascimentali[1]).
Dato che trattasi di piante perenni, una particolare attenzione dovrà essere posta alle protezioni dal freddo nei mesi invernali. Di grande aiuto si riveleranno i pratici tessuto-non tessuto ormai reperibili in vari tipi di  spessore e dimensione.
Le piante erbacee vanno distinte in annuali, biennali e perenni.
Sono annuali ad esempio petunia, viola del pensiero, fior di vetro, nasturzio, zinnia, convolvolo, fiordaliso, papavero, portulaca, nontiscordardime, tagete, e tutte le piante alimentari che seminiamo e di cui consumiamo fiori e frutti nella stessa stagione (zucche, zucchini e altre cucurbitacee, patate, pomodori, melanzane, peperoni, fagioli, fave, piselli…). Sono piante a bassa manutenzione, per le quali dopo un buon impianto, basta irrigare correttamente.
Sono biennali ad esempio la lunaria, la digitale e, tra le verdure, carote, ravanelli, barbabietola, rucola, prezzemolo. Il primo anno producono fusti aerei o sotterranei e foglie, e danno fiori solo nel secondo anno di vita, dopodiché muoiono. Alcune si riseminano da sole e per questo danno l’impressione di essere perenni.
Sono perenni ad esempio geranio, elleboro (rosa di Natale), gazania, aster, ninfee, crisantemi, primula, aquilegia, strelizia, stramonio, anturrio, cactus. Vivono e fioriscono per più anni specie se seguite con cura nelle corrette irrigazioni, nelle concimazioni, negli sfrondamenti, e se vengono ben preservate dalle malattie.
Sono considerate perenni le cosiddette bulbose (piante che producono bulbi, tuberi, rizomi), ad esempio bucaneve, crochi, narcisi, ranuncoli, anemoni, tulipani, giacinti, calle, muscari, gladioli, iris, gigli, begonie, dalie, ciclamini, topinambur, colchici. Sono piante di facile coltivazione, alcune si naturalizzano interpretando pienamente il ruolo di perenni. La loro caratteristica più apprezzata è che coprono tutto l’arco dell’anno con le loro fioriture.

 TIPI DI TERRENO Per affrontare la coltivazione di qualunque pianta è indispensabile interrogarsi sulla natura del terreno del nostro giardino in rapporto al gradimento della pianta. In base alla composizione i terreni si distinguono in argillosi, compatti e poco areati, e sabbiosi, permeabili, poco fertili, capaci di scaldarsi rapidamente, i più adatti alle culture primaverili. In generale le piante gradiscono terreni leggeri e fertili, per questo occorrerà equilibrare sia gli argillosi che i sabbiosi, i primi con l’aggiunta di sabbia di fiume, i secondi con concimi organici anche sotto forma di pellet.
Ci sono comunque piante che gradiscono terreni compatti, ad esempio Papaver, ed altre come le bulbose che, portando con sé i nutrienti, richiedono terreni sabbiosi.
I terreni si distinguono anche in base al pH. Con esso le sostanze vengono distinte, secondo una specifica scala, in acide con valori compresi tra 1 e 6,  neutre con valore 7, basiche o alcaline con valori compresi tra 8 e 14.
I terreni acidi sono in genere poco fertili in quanto Calcio, Magnesio, Fosforo, anche se presenti, non riescono a entrare in soluzione ostacolati dal pH, mentre Ferro, Manganese e Alluminio si solubilizzano anche troppo limitando la vita di funghi e batteri utili. Alcune piante come azalee, rododendri, ortensie, camelie, eriche, gardenie, richiedono queste condizioni e vengono dette acidofile.
Per riequilibrare un terreno acido si può aggiungere calce o calcare o cenere di legna (contenente 30-40% Ca, P, K e altri microelementi preziosi anche contro gli afidi).
I terreni calcarei o alcalini, caratteristica comune agli argillosi, presentano abbondanza di Ca il quale limita la solubilità di Fe, S, P e inibisce l’azione di alcuni microrganismi.
Amano questi terreni glicine, felci, iris, calendule, zinnie, tageti, crochi, narcisi…
Per riequilibrare si può aggiungere compost, torba di sfagno e ammendare con S e Fe.
Dobbiamo ricordare però che qualunque terreno tende sempre a riacquistare la sua composizione originaria, quindi le azioni di riequilibrio vanno periodicamente ripetute. Bisogna tenere conto che l’acqua di irrigazione è spesso calcarea, mentre la piovana se non ha inquinanti è neutra (pH7).

CURE Oltre all’irrigazione, le cui regole abbisognano di osservazione ed equilibrio, la concimazione si rivela molto importante per le piante perenni. Dato che il giardino non è un biotopo, un po’ come allo zoo, siamo noi che dobbiamo soddisfare i bisogni alimentari dei nostri prigionieri.
Iniziamo con i concimi minerali: dal punto di vista chimico distinguiamo Macroelementi (elementi di cui la pianta ha bisogno in grandi quantità) essi sono N, P, K; Mesoelementi (Mg, Ca, S); Microelementi (B, Zn, Fe, Mn, Cu).
In generale sono prodotti di sintesi, la cenere di legna invece è naturalmente ricca di Ca, K, P e svolge anche azione antiparassitaria. L’azione dei concimi minerali è immediata.
L’azoto (N) aiuta lo sviluppo della parte fogliare, il fosforo (P) quello dell’apparato radicale, il potassio (K) stimola la produzione di fiori e frutti e conferisce resistenza alla pianta migliorando la fotosintesi. I tre macroelementi si somministrano insieme attraverso i concimi detti ternari e sono la base dell’alimentazione della pianta. Tra gli altri, il magnesio (Mg) fa parte della molecola della clorofilla e migliora l’assorbimento dell’azoto, il calcio (Ca) neutralizza gli acidi e favorisce la sintesi proteica, lo zolfo (S) fa parte delle molecole proteiche e di molte vitamine oltre ad aiutare l’assorbimento degli altri minerali; ferro (Fe), zinco (Zn) e rame (Cu) aiutano la fotosintesi, il boro (B) tampona il calcare e il manganese (Mn) aiuta l’utilizzo del sodio.

La panacea per i nostri giardini sono però i concimi organici. Essi infatti sono costituiti da sostanze naturali che oltre a nutrire la pianta dal punto di vista chimico, migliorano le caratteristiche fisiche del terreno. Le sostanze naturali sono dei fitocomplessi, svolgono funzioni multiple e rappresentano il corrispettivo dei cibi nei confronti di vitamine e integratori in pastiglie. Non solo, ma il terreno ne risulta con una miglior circolazione di acqua e aria, la flora batterica risulta arricchita e c’è apporto di sostanze ormonali che stimolano l’attività vegetativa, inoltre la cessione è più lenta e continuativa. Quest’ultimo è un vantaggio ma è indice di scarsa solubilità (eccetto per il sangue secco), per cui le somministrazioni vanno fatte in anticipo e non quando si intravvedono carenze.
Cosa si intende per concime organico?
-compost ottenuto riciclando gli scarti della cucina e di orti e giardini;
-letame ottenuto dagli escrementi di animali da stalla. Deve riposare almeno un anno fino a perdere tutta l’ammoniaca, quello bovino è il più comune ed abbondante e si trova anche in granuli essiccati detti pellets; il migliore è l’equino particolarmente ricco in fosforo e potassio;
-guano estratto da giacimenti secolari dovuti ad accumulo di escrementi di uccelli marini lungo le coste del Sudamerica, è assai ricco in azoto, fosforo e microelementi;
-pollina ottenuta dagli escrementi di animali da pollaio, è il più caustico e non deve essere messo a contatto con le radici, da non usare con piante in vaso;
-cornunghia ottenuta dalla polverizzazione di unghie e corna degli animali, è il più ricco in azoto che viene ceduto molto lentamente, adatto a concimazioni annuali di fondo, essendo fissante del colore è prezioso per tutte le piante da fiore;
-sangue secco ottenuto dalla polverizzazione del sangue secco proveniente dai mattatoi, venduto come polvere o fluido, tende a colorare quello con cui viene a contatto, è l’unico tra i concimi organici a pronto assorbimento;
-sovescio, detto anche concimazione verde, è la pratica di coltivare piante erbacee come leguminose graminacee e crucifere contando sui benefici effetti delle radici lasciate nel terreno dopo lo sfalcio; è una pratica che non interessa il giardino.
Quando concimare In autunno concimazione di fondo, lenta e graduale utilizzerà concimi organici; nelle fasi vegetative e produttive concimazione di mantenimento con prodotti minerali da somministrare “poco e spesso”, i concimi fogliari si somministreranno con nebulizzatori sulla vegetazione giovane nelle ore in cui l’evaporazione è scarsa.

MALATTIE Non si insiste mai abbastanza sull’importanza della prevenzione, anche nella fase di impianto del nostro giardino. È importante promuovere la biodiversità: più grande è l’equilibrio naturale, minori sono i problemi. Per esempio gli afidi amano le rose, ma non le ortensie, la cocciniglia ignora le rose… Ispezionare spesso i nostri ospiti è indispensabile per cogliere i segnali.
Concimare con moderazione ricordando che alcuni funghi approfittano dell’eccesso di azoto.
Irrigare con moderazione perché i ristagni promuovono muffe e funghi.
Se nonostante le nostre attenzioni, la pianta si è ammalata cerchiamo di diagnosticare se il parassita è animale o vegetale. In effetti oggi come sta la pianta lo può dire anche il cellulare (pag 11 Gardenia  Gennaio 2014), ma noi proviamo prima con il fai da te.

Parassiti animali:
-afidi o pidocchi delle piante, piccoli insetti visibili ad occhio nudo rivestono foglie e steli giovani, se avvistati in tempo si possono debellare con nebulizzazioni di acqua e sapone, macerato di ortiche  o con aficidi chimici.
-cocciniglie, insetti voracissimi con l’aspetto di batuffoli, scudetti, grumi, si possono debellare a mano con panni o batuffoli imbevuti di alcool, oppure con trattamenti invernali con olio bianco o insetticidi specifici nel periodo vegetativo.
-acari o ragnetti rossi, come i due tipi precedenti sottraggono la linfa tramite un potente apparato boccale succhiatore, è più facile accorgersi della loro presenza dagli effetti, dato che sono molto piccoli e non solo rossi, appaiono in tarda primavera, inizio estate con clima caldo secco. Tipica la presenza di tele sericee simili a ragnatele. Per combatterli: macerato al peperoncino, acaricidi o lotta biologica.
Una curiosità sugli acari: esiste un acaro detto delle meraviglie che, se attacca piante di limone allo stadio di fiore, provoca la formazione di frutti molto decorativi "a tentacoli". Una allieva del corso ce ne ha portati esemplari tutti diversi: ho fotografato quello che mi è parso il più curioso. Pensate che alla "terra dei fuochi" li hanno presentati come deformazioni genetiche. Invece sono belli e buoni e  ricchi di superficie con molta buccia aromatica.
-metcalfa, insetto originario del Nordamerica giunto in Italia nel 1979. Gli adulti, cicaline lunghe meno di 1 cm, depongono le uova in autunno, in primavera la pagina inferiore delle foglie è rivestita da una cera biancastra che accompagna le larve. Queste diventano adulte in luglio e sono attive fino a novembre. L’insetto si nutre a spese della linfa della pianta, ma ne trattiene solo la parte proteica, gli zuccheri vengono invece espulsi in una antiestetica melata che però è gradita alle api e promuove la produzione di miele di melata. Per combatterla: oli vegetali mescolati a piretro, insetticidi o lotta biologica con l’imenottero che in USA è antagonista naturale.
-tentredini, piccole vespe brune che, allo stadio di larve verdi lunghe1cm, divorano le foglie. Per eliminarle: eliminazione a mano o insetticidi a base di piretro.



Malattie dovute a parassiti vegetali, vengono dette anche crittogamiche e i medicamenti per sterminarle anticrittogamici.
-mal bianco o oidio: causato da funghi microscopici, è favorito dall’umidità ambientale. Attacca le rose. Sintomi: macchie decolorate presto ricoperte da muffetta bianca. Cura: zolfo in polvere o bagnabile da irrorare sulle parti malate o decotto di equiseto o fungicidi specifici.
-macchia nera o ticchiolatura: causata da funghi che attaccano le foglie in particolare di rose. E’ importante distruggere foglie e rami infettati bruciandoli per evitare che le spore del fungo superino l’inverno. Cura: ossicloruro di rame e calcio o fungicidi specifici.
-ruggine causata da funghi, all’inizio della primavera su gerani, rose, azalee, presenza di pustole di vario colore sulla pagina inferiore in corrispondenza con macchie giallastre sulla pagina superiore. Cura: eliminare prontamente le parti colpite e poi decotto di equiseto, poltiglia bordolese o fungicidi specifici.
muffa grigia: causata da funghi, favorita dall’umidità, colpisce foglie e boccioli. Cura: contenere le irrigazioni, trattare con ossicloruro di rame e calcio o fungicidi specifici.

Soffermiamoci su alcuni rimedi naturali:
-decotto di equiseto: Si prepara lasciando a bagno1kg di equiseto fresco o 150 g di essiccato in 10 l di acqua fredda per 24 ore, poi si fa bollire per 30’, il decotto va diluito 1:5. Il segreto sta nell’elevato contenuto in silice che, unita ai sali solforici, rinforza la cuticola delle foglie e le rende meno soggette agli attacchi da parassiti vegetali come funghi (ruggine, mal bianco, muffa grigia), e animali (afidi, cocciniglia e ragnetto rosso).
-macerato di ortica: è repellente contro afidi e ragnetto rosso; mettere in acqua 1 kg di piante private delle radici in 10 litri d’acqua per 15-20 gg in recipiente di legno o plastica, diluizione in acqua 1a 5. Si possono aggiungere 2 sigari toscani. Si irrora con vaporizzatore.
-sapone di Marsiglia diluito in acqua produce una soluzione alcalina che danneggia la cuticola degli insetti. Agisce per contatto contro afidi e mosche bianche.
-poltiglia bordolese, anticrittogamico molto efficace e poco tossico, uso consentito anche in agricoltura biologica. Si può preparare in casa sciogliendo del solfato di rame e aggiungendo calce spenta nelle dosi di 10g di solfato, 7-8g di calce,1 l di acqua. Agisce per contatto.
-peperoncino: bastano 2 peperoncini di cayenna o meglio ancora habanero, che è tra i più piccanti al mondo, uno spicchio d’aglio, circa 8 litri di acqua, due cucchiai di detersivo per i piatti. Indossando dei guanti mettiamo i due peperoncini e l'aglio con una tazza d’acqua nel frullatore cercando di ottenere un composto piuttosto omogeneo. Il composto dovrà essere messo in un recipiente e dovrà essere diluito con 4 litri di acqua. A questo punto avrete ottenuto un insetticida concentrato ma non ancora idoneo per essere utilizzato sulle piante. Perciò prelevate un quarto di tazza di composto concentrato, filtrate e in un altro recipiente aggiungete ancora circa 3 litri e mezzo di acqua con l’aggiunta di due cucchiai di detersivo per i piatti. Mescolare bene, dopo di che travasare il contenuto in un vaporizzatore per piante. Ora che il vostro antiparassitario è pronto potrete spruzzarlo sulle piante e addio acari, afidi, cocciniglie, tisanotteri, pidocchi e lumache.



ASTRONOMIA                                                                                                     STELLA POLARE ECLITTICA  COSTELLAZIONI ZODIACALI   PIANETI OSSERVABILI AD OCCHIO NUDO


Il perno del cielo La prima stella non si scorda mai, soprattutto se quella stella è la Polare, riferimento di assoluta importanza per il nostro emisfero. Come è noto, la stella polare (appartenente alla costellazione del Piccolo Carro) indica il Nord ; nel nostro emisfero è sempre visibile, sarà sufficiente il suo riconoscimento per individuare il punto cardinale. Di conseguenza avremo il Sud alle nostre spalle, Est e Ovest rispettivamente a destra e sinistra. Data la scarsa luminosità delle stelle che costituiscono il Piccolo Carro, la stella polare è assai poco identificabile. Si preferisce quindi cercare e riconoscere il Grande Carro. Non è difficile grazie alla sua particolare forma e al fatto che nelle sue vicinanze non ci sono molte stelle che possono ostacolarne l’individuazione. Riconosciuto il Grande Carro (la primavera è la stagione più favorevole), per trovare la Polare basterà prolungare la linea congiungente le due ultime stelle Merak e Dubhe per una distanza pari a 5 volte quella che le separa. Se in quella zona di cielo spicca una sola stella tra altre più deboli, a metà strada tra zenit e orizzonte, è proprio lei, la stella polare! Se proviamo a ripetere l’osservazione in giorni e orari differenti, troveremo la polare nello stesso identico punto. Questo perché essa si trova fortunatamente, quasi sul prolungamento dell’asse di rotazione terrestre (dista da questo solo 1°) e funziona così da perno del nostro cielo ( non sono altrettanto fortunati nell’emisfero australe). Immaginiamo la volta celeste come un gigantesco ombrello aperto la cui punta è la stella polare. Noi siamo sotto l’ombrello. Se lo facciamo ruotare otterremo proprio una simulazione di ciò che accade nella realtà. Nei secoli passati, gli esploratori adottavano lo stesso metodo per orientarsi durante la navigazione notturna. Ripetere la procedura dà una piacevole sensazione di condivisione ed appartenenza. 
Costellazioni zodiacali. Il Sole si muove apparentemente su una traiettoria che sta sul cosiddetto piano dell’eclittica. Nella fascia di 16° che contiene questo piano “stanno” le 12 costellazioni zodiacali e tutti i corpi celesti appartenenti al sistema solare, in primis i pianeti. I pianeti non sono facili da localizzare perché, come dice il nome, vagano, a differenza dalle stelle fisse. La regione dell’eclittica è utile da definire: i pianeti e gli oggetti del sistema solare sono visibili solo nella regione dello zodiaco. Un osservatore che vedesse un oggetto molto luminoso al di fuori della regione zodiacale sa che non può trattarsi di un pianeta. Nell’immagine, guardando nella direzione del Sole alla fine di agosto, troviamo la costellazione del Leone. Attenzione, però: non possiamo vedere il Leone in agosto, poiché esso si muove assieme al Sole nel cielo diurno e non possiamo vedere Sole e stelle contemporaneamente. Nel cielo notturno possiamo vedere la costellazione opposta, rispetto alla posizione del Sole sull’eclittica, l’Acquario, per tutta la notte. Sei mesi più tardi, in febbraio, il Leone sarà visibile di notte mentre l’Acquario sarà sopra l’orizzonte durante il giorno.
È anche importante conoscere la differenza tra segni zodiacali e costellazioni a essi associate. I segni zodiacali sono un’astrazione delle costellazioni, ideati per rappresentare ciascuno esattamente un dodicesimo dell’intero cerchio dell’eclittica (30°), che è il percorso coperto dal Sole in circa un mese. Le costellazioni invece hanno dimensioni diverse tra loro. Per esempio, la Vergine copre una porzione di eclittica cinque volte maggiore dello Scorpione.
Le costellazioni zodiacali osservabili nel periodo in cui si svolge il corso sono nella mappa sottostante quelle comprese tra Cancro e Scorpione. I pianeti osservabili saranno entro le loro aree (aggiungere eclittica, Gemelli, Sagittario, Acquario e i pianeti Venere, Marte, Giove, Saturno segnalando: Posizione dei pianeti nella primavera 2014).


Quali pianeti potremo osservare? Concentriamoci su quelli osservabili ad occhio nudo: Venere, Marte, Giove, Saturno.
Prima di cominciare si dovrà fare un po’ di terminologia minima.



Iniziamo dai pianeti esterni (Marte, Giove, Saturno). In astronomia, si ha l'opposizione di un corpo celeste rispetto a un altro, quando il primo corpo si trova a 180° dal secondo, rispetto all'osservatore. Se un Pianeta è in opposizione al Sole rispetto alla Terra significa che sulla stessa retta c’è la successione Sole, Terra, Pianeta. Quest’ultimo sarà nella posizione più vicina alla Terra e più lontana dal Sole, osservabile per tutta la notte, illuminato com’è dal Sole alle spalle della Terra. Viceversa quando il periodo di opposizione termina e il pianeta torna prospetticamente ad avvicinarsi al Sole, esso risulterà visibile per un tempo sempre inferiore, sino a raggiungere il periodo di congiunzione dove sarà visibile solo di giorno. Dire che un pianeta è in quadratura significa che gli angoli sono di 90° o 270° e quindi c’è un angolo retto tra Sole, Terra, Pianeta. Le posizioni intermedie vengono segnalate attraverso gli angoli geocentrici di elongazione calcolati tra Sole e Pianeta.                                                                                                                           

I pianeti in opposizione si vedono “pieni”, negli altri casi si vedono “fasi” (anche se quasi mai si possono distinguere le fasi ad occhio nudo, la precisazione dovrebbe servire a chiarire la dinamica).                                              

Per i pianeti interni (Mercurio con elongazione massima di 28° e Venere di 47°) l’opposizione non è possibile e l’allineamento Terra, Sole, Pianeta viene detto congiunzione superiore, mentre l’allineamento Sole, Terra , Pianeta viene detto congiunzione inferiore, in entrambe le situazioni non c’è osservabilità. L’osservabilità si ha solo durante le elongazioni.
A seconda della posizione rispetto a Sole e Terra, varia l’osservabilità del Pianeta e la sua magnitudine apparente.

Osservabilità dei pianeti nella primavera 2014

Venere è l’oggetto celeste più luminoso dopo Sole e Luna. Dato che è vicino al Sole (secondo in distanza dopo Mercurio), è visibile per poche ore, da 2 a 4, prima dell’alba a est (in elongazione occidentale) o dopo il tramonto ad ovest ( in elongazione orientale), con uno spostamento massimo rispetto al punto dove il sole tramonta di 48°. Il 2014 sarà un anno “mattutino” per Venere. Il più luminoso dei pianeti sarà ben visibile prima dell’alba per tutta la prima parte dell’anno, da poco dopo metà Gennaio a metà Settembre. Per tutto il mese di Febbraio sarà in Sagittario, poi in Acquario.
Attualmente è osservabile circa 1 ora prima dell’alba tra Sagittario e Acquario, con magnitudine alta ( -4.12).  Dopo un periodo di inosservabilità a causa della vicinanza al Sole, ritornerà ad essere visibile nel cielo serale a fine Dicembre.
11 Gen 2014 12h Venere in congiunzione inferiore con il Sole 

22 Mar 2014 21h Venere nella massima elongazione Ovest : 46.55° 

25 Ott 2014 7h Venere in congiunzione superiore con il Sole 

Marte è il primo pianeta esterno, roccioso. Mentre aspettiamo l’opposizione più favorevole del 2018, questa primavera potremo già goderci il pianeta rosso nella costellazione della Vergine!
 Ci avviciniamo al periodo migliore: l’opposizione (8 Aprile) in cui sarà visibile tutta la notte. Attualmente sorge alle 23.30 e rimarrà a lungo nella costellazione della Vergine che ha configurazione  allungata.
Giove: pianeta gassoso, gigante, stella mancata. Data la grande distanza dal Sole impiega 12 anni nella rivoluzione e mediamente sta un anno nello stesso segno zodiacale. Essendo fresco di opposizione (gennaio 2014), i tempi di osservazione vanno riducendosi ed in marzo tramonterà coi Gemelli verso le 2 di notte.  Poi tornerà visibile nel cielo serale a fine 2014.
05 Gen 2014 20h Giove in opposizione con il Sole 

24 Lug 2014 20h Giove in congiunzione con il Sole 

 Saturno: anch’esso gassoso e gigante. Rivoluzione in quasi 30 anni, rimane nella stessa costellazione mediamente 2 anni e mezzo. Attualmente in Bilancia, sorge all’una di notte a Sud Est. Poco più di un mese dopo l’opposizione di Marte sarà il turno di Saturno, il magnifico pianeta sarà ben visibile nei cieli serali tra la primavera e la prima parte dell’estate. Il 10 maggio sarà all’opposizione.

10 Mag 2014 18h Saturno in opposizione con il Sole 

18 Nov 2014 8h Saturno in congiunzione con il Sole 





14-3-14 quasi palindromico e quasi primavera

Bogliasco ci dona uno dei suoi tramonti


Titti Zerega Maestra di Reiki ci illumina





ULTIMA LEZIONE  Troooppi regali!!! Anche una bellissima torta da dividere in quante parti?





...gli orecchini meritano di essere guardati da vicino...