Gabriella Grosso

Gabriella Grosso

UNI TRE BOGLIASCO Briciole di Scienza dal 2007 ad OGGI

ASTRONOMIA 2017


Per l’osservazione del cielo quest’anno vorrei provare con l’approccio da fuori, nella speranza che renda più coinvolgenti certe osservazioni, tra tutte la più eclatante, quella della Galassia di Andromeda.
Quello che noi osserviamo in una notte stellata è una porzione di Universo costituita da miliardi di galassie, le stelle che vediamo ad occhio nudo sono alcune tra i miliardi di stelle che compongono la nostra Galassia, la Via Lattea.
La nostra è una galassia a spirale, con un nucleo più denso centrale e molti bracci morbidamente avvolti a spirale intorno a esso. Il nostro Sole appartiene al Braccio detto di Orione. Vediamo ora come varia la posizione del nostro pianeta rispetto alla galassia al variare delle stagioni.
In inverno osserviamo una porzione di cielo particolarmente ricca di stelle luminose e vicine al Sole, tutte appartenenti al Braccio di Orione. Per l’inclinazione dell’asse terrestre, in quella stagione siamo volti verso il bordo esterno della galassia, dove sta appunto il braccio di Orione. Quando guardiamo Auriga siamo volti nella direzione opposta al centro galattico, ossia verso la periferia della galassia. L’orizzonte di osservazione è relativamente poco folto e così l’osservabilità è molto buona.  Arriviamo a osservare a occhio nudo otto stelle di prima grandezza, Sirio, Capella, Rigel, Procione, Betelgeuse, Albebaran, Polluce, Bellatrix, che nella prima primavera possono salire a undici (con Regolo, Merak e Dubhe). Inoltre in questa stagione l’eclittica passa in alto e il cielo scopre costellazioni appartenenti al cielo australe come Orione.
In estate la nostra posizione ci porta a osservare la parte più densa della Galassia, quella verso il centro ossia verso il Braccio del Sagittario. Per questo il cielo estivo è il più denso di stelle ed è proprio in questa stagione che osservandolo vediamo la Galassia che lo attraversa interamente dal Cigno allo Scorpione.
In primavera e in autunno invece ci troviamo a guardare fuori della galassia, verso il cielo profondo e per questo non ci sono porzioni di cielo invase dal corpo della via Lattea, il cielo è relativamente poco ricco e molto adatto per i neofiti. Riusciamo anche a osservare la galassia a noi più vicina, la Galassia di Andromeda. Essa dista 2.5 milioni di anni luce!
Il firmamento apparentemente gira sopra le nostre teste da est verso ovest ogni giorno, ma solo durante le sere limpide noi siamo in grado di osservare le stelle e gli altri oggetti celesti.
Il perno di rotazione è, per l’emisfero Nord, occupato dalla Polare, una stella di seconda grandezza, ma noi siamo fortunati ad averla come riferimento.
Nell’emisfero Sud il perno non ha in corrispondenza alcuna stella e la costellazione più vicina deve essere ripetuta cinque volte per arrivare al polo Sud astronomico.
Tornando alla nostra stella Polare, essa si trova volgendoci a Nord e portando lo sguardo a metà strada tra lo zenit e l’orizzonte: noi ci troviamo a una latitudine vicina ai 45°N, e la stella polare è inclinata sull’orizzonte di tanti gradi quanto dice la latitudine.
Il nostro perno un po’ come un ombrello, gira su se stesso trascinando con sé tutto il firmamento. Mantiene sempre la stessa posizione, mentre tutte le altre costellazioni descrivono cerchi completi e sono visibili tutto l’anno solo quelle più vicine al perno, dette costellazioni circumpolari. Le altre più distanti descrivono cerchi più grandi e, caratterizzando le stagioni, vengono dette costellazioni stagionali.
Le costellazioni circumpolari sono poche e solo due facilmente rintracciabili nel cielo: il Grande Carro e Cassiopea. Esse sono le Maestre per l’individuazione delle Costellazioni Stagionali. In particolare in Autunno Cassiopea funge da Maestra, mentre in Primavera ci serviamo del Grande Carro. 




Quest’ultimo è indispensabile per la localizzazione della Polare. Si parte dalle due stelle opposte al timone del carro, Merak e Dubhe, e si prolunga il segmento che le unisce per 5 volte in direzione Nord. 

Tra le costellazioni stagionali una categoria fondamentale è rappresentata dalle zodiacali, esse si trovano tutte in una fascia a cavallo dell’eclittica e ognuna di esse accompagna il sole durante i vari mesi dell’anno.
Sono le stesse utilizzate in Astrologia, ad esempio in agosto la costellazione zodiacale è quella del Leone. In Astronomia ciò si lega al fatto che il sole a mezzogiorno è in Leone, perciò nelle notti di agosto vediamo le costellazioni zodiacali più lontane da Leone, cioè Acquario, Capricorno, Sagittario. Si osservi però che le costellazioni zodiacali occupano porzioni diverse di eclittica, ad esempio la Vergine prende una porzione di eclittica 5 volte maggiore dello Scorpione, che invece è la costellazione più lunga. Di conseguenza, in una sola osservazione notturna si possono osservare un numero variabile da 3 o 4 costellazioni zodiacali spaziando con lo sguardo da Est a Ovest.

Prima di procedere a orientarci nel cielo tramite le mappe stagionali fissiamo alcune utili corrispondenze.
DISTANZE TRA OGGETTI CELESTI
Le distanze tra oggetti celesti si esprime in gradi, così se il giro completo misura 360°, la distanza tra est e ovest vale 180°, la distanza tra l’orizzonte e lo zenit è 90°, sarà opportuno servirci delle distanze minori per orientarci meglio nel cielo.
½° = diametro della Luna Piena
 1° = diametro del dito mignolo o dell’indice
 2° = diametro del dito pollice
 5° = tre dita centrali della mano, distanza tra Castore e Polluce e tra Merak e Dubhe
10°=pugno chiuso, lunghezza pollice
15°= le quattro dita escluso pollice,
20-25°= una spanna, Grande Carro, da Dubhe a Polare, da Rigel a Betelgeuse, lato del quadrato di Pegaso.





SISTEMA SOLARE  GENNAIO 2017 (dal blog di Stefano Simoni)
Sole nella costellazione del Sagittario fino al giorno 19, quando passa nel Capricorno.
15 gennaio: sorge alle 07:36, tramonta alle 17:03
31 gennaio: sorge alle 07:25, tramonta alle 17:23
Luna
Il giorno 10 alle ore 05:40 la Luna raggiunge il perigeo (363.242 Km di distanza), mentre il giorno 22 alle ore 00:44 si troverà nel punto più lontano dalla Terra nel corso dell’orbita, l’apogeo (404.911 km).
Primo Quarto il 5(19:47),Luna Piena il 12(11:36),Ultimo Quarto il 19(22:16),Luna Nuova il 28(00:09).
Terra al perielio
Il giorno 3, alle ore 10:11, la Terra si trova nel punto più vicino al Sole nel corso della sua orbita, il perielio (0.983 AU). In genere si è portati a pensare che la Terra sia più vicina al Sole durante il periodo estivo per via del caldo, ma non è così. Questo perché le diverse temperature che caratterizzano le stagioni non sono dovute alla variazione di distanza dalla nostra stella, bensì alla variare dell’angolo di incidenza dei raggi solari sulla superficie terrestre nel corso dell’orbita. Il fenomeno è causato dall’inclinazione dell’asse terrestre rispetto al piano orbitale.
Mercurio
Il nuovo anno inizia con un periodo di buona osservabilità mattutina, soprattutto nel corso della seconda decade di gennaio, quando Mercurio arriverà a sorgere quasi un’ora e 40 minuti prima del Sole. Avremo quindi buone possibilità di scorgerlo a Sud – Est tra le prime luci dell’alba. A fine mese l’intervallo di osservabilità si riduce sensibilmente: il pianeta sorge un’ora prima del Sole.
ATTENZIONE: se si usa uno strumento ottico per osservare il pianeta, NON inquadrare MAI il Sole se non si è dotati di apposito filtro.
Venere
Le prime ore della notte saranno illuminate dallo splendore di Venere, che in questo mese di gennaio raggiunge le condizioni di migliore osservabilità serale. Venere tramonta ben 4 ore dopo il Sole. Sarà opportuno approfittare di queste condizioni molto favorevoli, perché nelle settimane successive il pianeta si abbasserà molto velocemente verso l’orizzonte occidentale e ben presto non sarà più visibile nel cielo della sera (dagli ultimi giorni di marzo e per tutto il resto dell’anno sarà visibile solo al mattino presto). Venere attraversa la costellazione dell’Acquario per entrare nei Pesci il giorno 23.
Marte
Le condizioni di osservabilità di Marte sono molto simili a quelle di Venere. Dopo il tramonto del Sole sono entrambi ben visibili a Sud-Ovest. In pratica si assiste ad una sorta di inseguimento, in cui il pianeta più luminoso si avvicina molto lentamente al pianeta rosso, senza riuscire a raggiungerlo: Marte si sposta dall’Acquario ai Pesci, dove arriva il 19 gennaio, alcuni giorni prima di Venere. 
 Giove
Il pianeta gigante è il protagonista della seconda parte della notte. Continuando ad anticipare l’orario del proprio sorgere lo si può vedere culminare a Sud prima del sorgere del Sole e a fine mese già intorno alla mezzanotte apparirà sull’orizzonte ad Est. Giove rimane per tutto il mese nella Vergine, dove sarà in congiunzione con la stella più luminosa della costellazione, Spica, il 20 gennaio.
Sempre degni di nota i 4 satelliti galileiani (Io, Europa, Ganimede e Callisto), che a un piccolo telescopio si mostrano come piccoli puntini bianchi che danzano da un lato all’altro del pianeta sulla linea dell’equatore.
Saturno
Dopo la congiunzione con il Sole dello scorso mese di dicembre, il pianeta con gli anelli riappare al mattino, dopo possiamo individuarlo basso sull’orizzonte orientale, ancora nella costellazione dell’Ofiuco, dove era rimasto per tutto il 2016. Tra le prime luci dell’alba sarà interessante la successione di tre astri : più in basso Mercurio, poi Saturno e, più alto e più verso Sud, Antares, la stella più luminosa dello Scorpione.  Saturno si trova approssimativamente alla stessa altezza sull’orizzonte di Antares, la stella più brillante dello Scorpione. 
Congiunzione   Luna – Saturno (giorno 24 ore 6:30)
La mattina del 24 gennaio, prima del sorgere del Sole, si può osservare la congiunzione tra la sottile falce di Luna calante e il pianeta Saturno, nella costellazione dell’Ofiuco.
Congiunzione Luna – Venere   (giorno 31  ore 19.30)

La sera del 31 gennaio si ripete l’incontro ravvicinato tra la falce di Luna crescente e i pianeti Venere e Marte. Il triangolo di astri luminosi in questa occasione si trova nella costellazione dei Pesci.


IL CIELO DI FEBBRAIO 2017   (dal blog di Stefano Simoni)
Venere
Terminato il periodo di migliore visibilità serale del pianeta più luminoso, che per tutto gennaio tramontava quasi 4 ore dopo il Sole, Venere a febbraio scende repentinamente verso l’orizzonte occidentale, perdendo circa un’ora di osservabilità. A fine mese il pianeta tramonta meno di 3 ore dopo il Sole. Per tutto il mese Venere rimane nella costellazione dei Pesci. 
Marte
Per tutto il mese Marte e Venere sono osservabili nelle prime ore della sera, entrambi nella costellazione dei Pesci. Si verifica una sorta di inseguimento, con Venere che si avvicina a Marte, ma nella seconda parte del mese Venere rallenta e inizia a compiere una sorta di curva che lo riporta indietro, al centro della costellazione dei Pesci, mentre Marte prosegue il suo cammino verso la costellazione dell’Ariete.
Giove
Il pianeta diventa osservabile per gran parte della notte. Lo si può vedere sorgere già prima della mezzanotte, a Est, vicino alla stella Spica, la più luminosa della costellazione della Vergine. Dal 6 febbraio inizia a muoversi di moto retrogrado.
Sempre degni di nota i 4 satelliti galileiani (Io, Europa, Ganimede e Callisto), che si mostrano come piccoli puntini bianchi che danzano da un lato all’altro del pianeta sulla linea dell’equatore creando spettacolari configurazioni.
Saturno
Le ore a disposizione per osservarlo, al mattino presto, aumentano progressivamente. Lo si può facilmente individuare a Sud-Est, nella parte finale della notte. Lo si può seguire fino a che le luci dell’alba non prendono il sopravvento. Da segnalare una novità significativa: dopo una lunga permanenza nella costellazione dell’Ofiuco (che durava dal 1° dicembre 2015), il 24 febbraio Saturno fa il suo ingresso nel Sagittario. 
costellazioni
Il cielo è ancora dominato dalle grandi costellazioni invernali. Protagonista del cielo in direzione meridionale è sempre Orione, con le tre stelle allineate della cintura (da sinistra: Alnitak, Alnilam e Mintaka) ed i luminosi astri Betelgeuse (rossa) e Rigel (azzurra).
Più in alto troviamo ancora le costellazioni del Toro con la rossa Aldebaran, la costellazione dell’Auriga con la brillante stella Capella, i Gemelli con le stelle principali Castore e Polluce. A sinistra in basso rispetto ad Orione, il grande cacciatore, nella costellazione del Cane Maggiore, brilla la notissima Sirio, la stella più luminosa del cielo.
Più in alto, a sinistra, la raffigurazione della caccia è completata dal Cane Minore, dove risplende Procione. Verso Ovest, nelle prime ore della sera, c’è ancora tempo per veder tramontare le costellazioni autunnali di Andromeda, del Triangolo, dei Pesci e dell’Ariete.
Restando tra le costellazioni zodiacali, un po’ più impegnativo è invece il riconoscimento della piccola e debole costellazione del Cancro visibile tra i Gemelli e il Leone, che vedremo sorgere ad Est, seguito dalla Vergine.
Prendendo a riferimento la stella polare possiamo riconoscere alcune note costellazioni del cielo settentrionale. A Nord-Ovest riconosciamo Cassiopea con la sua inconfondibile forma a “W”; tra Cassiopea e il Toro è facile individuare la costellazione del Perseo.

Più spostata a Nord-Est si trova l’inconfondibile Orsa Maggiore, vicino alla quale possiamo riconoscere la piccola costellazione dei Cani da Caccia.



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