Gabriella Grosso

Gabriella Grosso

UNI TRE BOGLIASCO Briciole di Scienza dal 2007 ad OGGI

MARTE

Il suo nome deriva dalla omonima divinità romana, dio della guerra, con riferimento al colore rosso delle rocce del pianeta visibili da terra per la inconsistenza della sua atmosfera. Il simbolo astronomico del pianeta è la rappresentazione stilizzata dello scudo e della lancia del dio ( ) o più semplicemente quello che tutti conoscono come simbolo maschile. È l’ultimo dei pianeti rocciosi, il quarto a partire dal sole, il primo esterno alla terra.
La rotazione su se stesso avviene circa in un giorno come quella terrestre; la rivoluzione è lenta, Marte impiega quasi 2 anni per completare il giro intorno al sole e dato che il periodo sinodico è anch’esso di circa 2 anni, i periodi di opposizione sono parecchio distanziati e si distinguono piccole e grandi opposizioni (con variazioni in magnitudine) a causa dell’eccentricità dell’orbita. L’osservazione di Marte risulta un po’ delicata: però quando è visibile è facile da distinguere per la tonalità rossastra del suo splendore. Una opposizione è prevista nel dicembre 2007.
È pianeta roccioso come la terra, è assai più piccolo, ha una atmosfera molto rarefatta, costituita per la maggior parte di CO2 . Quando Marte passa vicino al sole (perielio), su di esso si scatenano venti e tempeste di polvere che spazzano i rossi deserti marziani. La temperatura superficiale media è di -50° ed è responsabile della formazione di due calotte polari costituite da ghiaccio d’acqua alla base, sormontate da potenti strati di ghiaccio di CO2. Anche su Marte si distinguono due parti sferiche, separate da una grande scarpata: una meridionale 5 volte più vasta dell’altra, geologicamente più antica ed assestata, con crateri e molte depressioni, quella settentrionale ha pochi crateri; sulla scarpata ci sono quattro grandi vulcani, uno dei quali, Olimpo, è un vulcano a scudo alto 25000 metri, il più grande del sistema solare. Un gigantesco canyon, lungo 5000 km, largo 500 km e profondo 5/6 km, attraversa il pianeta all'altezza dell'equatore e prende il nome di Valles Marineris.
Il pianeta possiede due satelliti naturali, probabilmente asteroidi catturati dalla gravità del pianeta: Phobos (in greco paura), dal diametro di circa 27 km, e Deimos (in greco spavento), del diametro di circa 10 km. Un po’ come tra terra e luna, tra Marte e Phobos agisce una “coppia mareale”, infatti Phobos, molto vicino a Marte, gira più velocemente di lui e la coppia mareale ha effetto di sveltire la rotazione di Marte e di far avvicinare Phobos, che è destinato, in un periodo di tempo stimato in alcuni milioni di anni, a disintegrarsi per effetto delle intense forze mareali.
Un'errata traduzione dei lavori di Schiaparelli, portò a credere che su Marte vi fossero canali irrigui artificiali. Ma le aspettative vennero disattese quando, nel 1965, la sonda Mariner 4 raggiungendo il pianeta, non rilevò segni di costruzioni. Il primo atterraggio di sonde automatiche avvenne undici anni dopo, con le missioni Viking 1 e 2, ma non vennero rilevate tracce di vita o di composti organici in superficie. Attualmente due Rover della NASA (Spirit e Opportunity), lavorano alacremente su Marte ed hanno portato a un significativo miglioramento delle nostre conoscenze sul pianeta. A loro si è aggiunta la sonda orbitante MRO. La strada è forse spianata per il primo sbarco umano nei prossimi decenni.

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