URANO
Il suo nome deriva dal dio del cielo, divinità primordiale rappresentante il Cielo stesso; il simbolo astronomico è , riferito all’H iniziale del nome dello scopritore, Herschel. La sua scoperta è relativamente recente (1781).
È un pianeta gassoso gigante, il 7° a partire dal sole. La caratteristica più interessante è l'orientamento del suo asse di rotazione. Tutti gli altri pianeti hanno il proprio asse quasi perpendicolare al piano dell'orbita, mentre quello di Urano è quasi parallelo: esso rotola sulla sua orbita, tanto è abbassato l’asse di rotazione, impiegando solo 17 ore. Per spiegare quest'ultimo fatto è stata fatta un'ipotesi che si basa su una collisione di Urano, durante le fasi di formazione, con un protopianeta, avente come risultato finale questa inclinazione dell'asse. Il periodo di rivoluzione attorno al sole è di 84 anni circa e ogni 40 anni cambia il polo esposto al sole.
Il periodo sinodico è di circa un anno e le opposizioni sono i momenti di miglior osservabilità. La luminosità di Urano è tra magnitudo +5,5 e 6,0, quindi può essere visto anche ad occhio nudo e si presenta con una debole luce quando il cielo è scuro. Può essere trovato facilmente usando un binocolo. Le immagini lo mostrano di colore verde-blu e ciò sembra dovuto a prevalenza di CH4 su NH3, nell’atmosfera.
L'atmosfera è spessa 7600 km ed è composta da idrogeno (83%), elio (15%), metano (2%) e con tracce di acqua ed ammoniaca. La parte sottostante, più dell'80% della massa del pianeta, è formata da un liquido composto principalmente da materiali "ghiacciati" di acqua, metano ed ammoniaca, mentre la parte centrale è formata da materiale più denso.
Urano è talmente distante dal Sole che la differenza di temperatura tra l'estate e l'inverno è quasi nulla, con temperature di circa -200°. Possiede un sistema di anelli appena percettibile, composto da materia scura e polverizzata fino a 10 m di diametro. Il sistema di anelli fu scoperto recentemente (1977). I satelliti naturali di Urano sono ventisette, i cinque principali sono Ariel, Umbriel, Titania, Oberon, Miranda.
Nel dicembre 2005 il telescopio spaziale Hubble ha fotografato due nuovi piccoli satelliti, ma la cosa più sorprendente è che sembra che le orbite dei satelliti di Urano siano cambiate notevolmente negli ultimi dieci anni. Si ipotizza che tali cambiamenti possano essere dovuti a continue collisioni dovute alla presenza di molti satelliti e materiale in orbita intorno al pianeta, che rende probabilmente instabili le orbite dei satelliti stessi. La sonda Voyager 2 è l'unica sonda spaziale ad essersi avvicinata al pianeta, e non sono in programma missioni per l’immediato futuro.
NETTUNO
Il suo nome deriva dalla omonima divinità romana, dio del mare, il suo simbolo astronomico è ( ), raffigurante il tridente del dio. La sua scoperta è relativamente recente(1846).
È il più piccolo tra i pianeti gassosi, ottavo ed ultimo a partire dal sole, dopo il declassamento di Plutone.
Ruota velocemente su se stesso (in 16 ore), ma fa la sua rivoluzione in 164 anni: tra il 2009 e il 2010 completerà la prima orbita intorno al sole dalla sua scoperta. Il periodo sinodico è di circa un anno, come per tutti i pianeti giganti gassosi. Nettuno è invisibile ad occhio nudo da Terra; la sua magnitudine apparente, sempre compresa fra la 7,7 e la 8,0, necessita almeno di un binocolo per permettere l'individuazione del pianeta.
Al telescopio Nettuno appare come un piccolo disco blu-verdastro, simile ad Urano; il colore è dovuto alla presenza di metano nell'atmosfera nettuniana, in ragione del 2%. Nettuno è anche per struttura simile a Urano.
Possiede tredici satelliti naturali conosciuti, il maggiore dei quali è Tritone; gli altri satelliti principali sono Nereide, Proteo e Larissa.
Nell'agosto 1989 le conoscenze ricevettero una enorme spinta in avanti dalla visita a Nettuno della prima sonda automatica inviata ad esplorare i dintorni del pianeta, la Voyager 2. La sonda individuò importanti dettagli dell'atmosfera del pianeta, confermò l'esistenza di ben cinque anelli ed individuò nuovi satelliti oltre a quelli già scoperti da terra. È l’oggetto più lontano che una sonda sia riuscita a fotografare. La stessa sonda Voyager 2 punta verso Sirio dove i calcoli dicono che arriverà nel 358 000.
A proposito delle sonde Voyager c’è da sottolinearne sia l’unicità che la longevità (dal 1977), si pensa che non siano considerate ancora “miti”, solo perché sono ancora vive ed operanti. Stanno andando dove mai nessuno: Voyager 1 ha varcato i limiti dell’eliosfera nel 2004 e Voyager 2 sta per fare lo stesso. Le due sonde identiche, lasciandosi alle spalle l’eliopausa, zona in cui il vento solare finisce, ormai impotente contro la pressione dei gas interstellari, viaggeranno attraverso lo spazio portando con sé un disco registrato d'oro (il cosiddetto Voyager Golden Record) che contiene immagini e suoni della Terra, assieme a qualche istruzione su come suonarlo, nel caso qualcuno lo trovasse…
Gabriella Grosso

UNI TRE BOGLIASCO Briciole di Scienza dal 2007 ad OGGI
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