Il cammino del farmaco si articola in fasi: introduzione, assorbimento, trasformazione, distribuzione, eliminazione. Per l’introduzione la via naturale è quella digestiva, le altre vengono dette artificiali. Seguendo la via digestiva, c’è un primo assorbimento detto esterno che è quello in cui il farmaco raggiunge il sangue, al quale segue il raggiungimento delle cellule bersaglio, vero e proprio assorbimento interno. La distribuzione dei farmaci può essere più o meno selettiva, comunque nella maggior parte dei casi i farmaci passano per il fegato. Tenendo conto che il corpo recepisce il farmaco come elemento estraneo, è facile capire che cerchi di inattivarlo per difendersi, attuando azioni simili al rigetto. Ecco perché il corpo attiva processi chimici, come le ossidazioni, che affaticano il fegato o inattivano il farmaco. Non si insisterà mai abbastanza sull’importanza della presenza di antiossidanti e antiradicali atti a contrastare questi processi. La fase finale è rappresentata dall’eliminazione, momento in cui l’organismo conclude la difesa con il ripristino della propria composizione chimica. I farmaci volatili vengono eliminati tramite la cute e/o il respiratorio (alveoli polmonari), quelli solubili in acqua vengono escreti con l’urina. I farmaci poco solubili vengono eliminati tramite l’intestino crasso, quelli insolubili vanno nella milza e nel fegato, da dove con l’aiuto della bile verranno resi via via più solubili fino ad essere eliminati anch’essi in tempi successivi per via intestinale. Sarà quindi importante evitare sovradosaggi e relativi accumuli.
REAZIONI AVVERSE A FARMACI (RAF)
Parallelamente all'aumento del consumo dei farmaci si è verificato un aumento delle reazioni avverse a farmaci (RAF). Esse sono così numerose da costituire uno dei maggiori problemi di salute pubblica nei paesi industrializzati; si calcola che il 5% della popolazione abbia presentato RAF e che il 4% dei ricoveri ospedalieri siano da mettere in correlazione con RAF.
Ogni farmaco può determinare sia effetti terapeutici sia tossici. Le intossicazioni possono essere classificate come acute o croniche. L'intossicazione acuta è caratterizzata da un assorbimento rapido di sostanze tossiche, generalmente in dose singola ed elevata. Per lo più l'intossicazione acuta è accidentale o volontaria a scopo suicida. L'intossicazione cronica deriva da ripetute esposizioni, per prolungati periodi di tempo, a una sostanza che possiede la caratteristica di accumularsi nell'organismo. Fra i fattori tossici uno dei più importanti è sicuramente la dose. Già Paracelso (1493-1541) sosteneva che «ogni sostanza è un veleno. La giusta dose differenzia un veleno da un farmaco».
Così come le intolleranze alimentari, esistono anche le intolleranze ai farmaci: danno sintomi simili ma le cause sono diverse. Il meccanismo che scatena le intolleranze è ancora sconosciuto: si sa solo che alcune persone sviluppano una ipersensibilità verso uno o più farmaci. Mal di testa, stanchezza e diarrea sono i disturbi più caratteristici delle intolleranze. Spesso si aggiungono prurito, eritema, raffreddore e occhi gonfi. In genere i sintomi si scatenano dopo due o tre ore dall’assunzione del farmaco e, nella maggior parte dei casi, compaiono fin dalla prima volta che si prende la medicina. In generale, quando si è intolleranti a un farmaco, bisogna evitare tutti i farmaci a base dello stesso principio attivo. Tra i medicinali che più spesso creano problemi ci sono gli antidolorifici e gli antinfiammatori come l’acido acetilsalicilico, l’ibuprofene, e il diclofenac. Bisogna stare attenti perché sono contenuti, da soli o insieme ad altri principi attivi, in molti medicinali da banco. Molti pensano che chi ha qualche forma di allergia o intolleranza ad alimenti, pollini o altro è predisposto a sviluppare forme di ipersensibilità ai farmaci: non è assolutamente così perché i meccanismi sono diversi e l’ intolleranza ai farmaci è soggettiva e non è ereditaria.
Talvolta si verificano vere e proprie allergie: il farmaco è avvertito dal corpo come un antigene e provoca una reazione esagerata del sistema immunitario che si difende con produzione di anticorpi; in alcuni casi le reazioni possono interessare solo alcuni distretti, ma ci possono essere situazioni gravi e sistemiche come lo shock anafilattico che può giungere ad esiti mortali. Viene liberata istamina che aumenta la permeabilità capillare e lascia che i liquidi invadano gli spazi intercellulari con conseguente gonfiore diffuso e senso di soffocamento.
La maggior parte delle reazioni allergiche si verificano tra i 25 e i 40 anni mentre sono rare nei bambini. Le donne sono più predisposte degli uomini. Bisogna considerare che spesso una reazione allergica non è determinata dal principio attivo del farmaco, ma dagli eccipienti o da impurità che non sono state eliminate nel corso della preparazione del farmaco. Molti soggetti, per esempio, sono allergici al sodiometabisolfito, un eccipiente che accompagna gli anestetici locali e determina attacchi asmatici gravi.
Nel caso di fenomeni allergici, quando possibile, si può effettuare una terapia d’urgenza con antistaminici, cortisonici o adrenalina sia in vena sia direttamente nel cuore tramite puntura cardiaca. L’adrenalina dà risultati estremamente veloci mentre i cortisonici sono estremamente lenti.
Esaminiamo alcune categorie di farmaci scelti fra quelli di largo consumo per valutare meglio i rischi collegati al loro uso.
ANTINFIAMMATORI
Gli antinfiammatori si suddividono in due categorie: non steroidei (FANS, farmaci antinfiammatori non steroidei, il più noto dei quali è l'aspirina) e steroidei (i cortisonici).
L’attività farmacologica dei FANS si evidenzia in un effetto antinfiammatorio, un effetto antidolorifico (trattamento del dolore di lieve e media intensità) ed un effetto antipiretico (calo della temperatura corporea) grazie al blocco della sintesi delle prostaglandine, sostanze responsabili del dolore, dell'infiammazione, della genesi della febbre, ma anche del controllo della produzione del muco gastrico che protegge lo stomaco. Per questo il loro uso è stato limitato sin dall'origine dai problemi gastrici correlati. Non va inoltre dimenticato che la febbre è parte dei meccanismi di difesa dell'organismo, in quanto a temperature più elevate della norma viene ostacolata la replicazione dei microorganismi infettanti (specialmente virus). E’ buona norma ricorrere ai farmaci antipiretici solo in occasione di febbre elevata (maggiore di 38/39°C) o in presenza di indicazioni specifiche. Vengono utilizzati nel trattamento di patologie reumatiche e non reumatiche quali l’artrite reumatoide e l’osteoartrite riducendo il dolore articolare e la tumefazione, ma anche tendiniti, borsiti, e comunque in tutte quelle manifestazioni a carico dell’apparato muscolo-scheletrico sostenute dalla presenza di fenomeni di tipo infiammatorio. Inoltre vengono impiegati come antalgici e quindi prescritti per alleviare dolori di lieve o media intensità, specialmente quando la sensazione dolorifica è associata alla presenza di processi infiammatori: sono infatti in grado di sedare dolori muscolari, dolori da post-partum, dolori conseguenti all’effettuazione di piccoli interventi chirurgici come le estrazioni dentali, possono rendersi utili in caso di cefalee, dolori mestruali.
La più comune reazione avversa all’assunzione di FANS è la comparsa di disturbi a carico dell’apparato digerente, con insorgenza di nausea, vomito, bruciori gastrici e diarrea. Se l'uso diventa abituale o prolungato, si può avere la formazione di vere e proprie ulcere della mucosa gastrointestinale con possibilità di emorragie che possono essere lievi ma anche, in casi particolari, così gravi da richiedere un ricovero d'urgenza. Tali effetti indesiderati possono essere ridotti se l’assunzione per via orale del farmaco avviene dopo i pasti, quindi a stomaco pieno, oppure in associazione con antiacidi o farmaci ad azione protettiva sullo stomaco. Per lo stesso motivo è opportuno evitare la contemporanea assunzione di FANS ed alcool.
E’ assolutamente necessario consultare il medico quando già si assumono altri farmaci come gli anticoagulanti, per evitare inopportune interazioni farmacologiche ed anche quando il soggetto interessato è un bambino, una donna in gravidanza o in allattamento oppure una persona anziana. E' stato infatti ampiamente accertato che il rischio di effetti collaterali importanti aumenta con l'età e tale fenomeno sembra correlato essenzialmente al fatto che, con l'invecchiamento, le difese della mucosa gastrica e duodenale diminuiscono.
I più celebri FANS sono l'acido acetilsalicilico, meglio conosciuto con il suo nome commerciale Aspirina, e il paracetamolo, principio attivo della Tachipirina, dello Zerinol, dell'Efferalgan e del Lonarid che è l’associazione di 2 principi attivi, il paracetamolo e la codeina fosfato.
La scelta - Oltre il 60% dei soggetti risponde alla terapia con FANS, ma la risposta è individuale nei confronti dei singoli farmaci. Nella scelta dell'antinfiammatorio si deve considerare il principio attivo (non il nome commerciale!) e il suo dosaggio. Poiché il problema maggiore è la gastrolesività, nella tabella seguente si è tenuto conto non solo dei vantaggi, ma anche delle controindicazioni.
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