COME
CAMBIA LA VISIONE DEL FIRMAMENTO SPOSTANDOSI SUL PLANISFERO
AL
VARIARE DELLA LONGITUDINE E LATITUDINE.
Per quanto riguarda la LONGITUDINE, a parità di latitudine, essa determina
soltanto l’anticipo della levata del sole e quindi del sorgere delle stelle per
ogni ora di variazione (o variazione di 15°) di longitudine Est (+)
Ecco perché sarà sufficiente osservare come cambia il cielo al variare della LATITUDINE.
Figura 1
OSSERVAZIONE DEL CIELO AL POLO NORD
Immaginiamo di essere al Polo, latitudine +90°. Ricordiamo che la Stella
Polare è situata vicino al prolungamento dell'asse di rotazione terrestre e
quindi è alta appunto circa 90° sull'orizzonte: la vediamo vicino allo zenit*.
Tutte le altre stelle sono collocate a una certa distanza dalla Polare secondo
la loro "declinazione" e il loro moto apparente è circolare in senso
antiorario. Sono visibili tutte le stelle del cielo boreale e nessuna di quello
australe. Ogni costellazione può essere definita "circumpolare". Da
questa particolare posizione le stelle possono essere prese come strumento per
misurare il trascorrere del tempo. Meglio prenderne una bassa sull'orizzonte
come riferimento: essendo il periodo di rotazione della volta celeste di circa
24 ore, trascorso questo tempo la stessa stella si ritroverà nel punto di
partenza, avendo percorso un intero giro di 360°. E così potremo verificare il
trascorrere di un'ora quando avrà percorso 15° (360°/24 ore =15°/h). Due ore
corrisponderanno a 30°, 12 ore a 180° ecc.
(*) La declinazione della Stella Polare e’ 89°15’ 51”
OSSERVARE IL CIELO ALL'EQUATORE
Se ci troviamo all'equatore, cioè a latitudine 0°, il cielo cambia
totalmente aspetto.
La Stella Polare sfiora la linea del nostro orizzonte, naturalmente in
direzione nord, mentre in posizione diametralmente opposta (lato sud) c'è il
polo sud celeste. Tutto il firmamento, imperniato sui poli, ci appare sorgere
da tutto il semicerchio d'orizzonte che va da nord a sud passando per l'est. Le
stelle che sorgono esattamente a est passano per lo zenit. Tutto quanto poi va
a tramontare sull'intero semicerchio d'orizzonte racchiuso tra nord e sud, dal
lato ovest. Dunque, per la prima volta nel nostro immaginario viaggio, abbiamo
la possibilità di osservare contemporaneamente costellazioni del cielo boreale
e australe, non solo, ma nel volgere di un intero anno tutta la volta celeste
si renderà visibile.
OSSERVARE IL CIELO DALLE LATITUDINI BOREALI INTERMEDIE
Alla nostra latitudine le costellazioni che formano cerchi di raggio più
piccolo si chiamano circumpolari e le vediamo verso Nord tutto l’anno. Esempi
notevoli sono il Grande Carro e Cassiopea. Quelle che fanno i cerchi più ampi
sorgono a Est (E), tramontano ad Ovest (W), e cambiano durante l’anno andando a
caratterizzare le stagioni, per questo vengono dette stagionali. Durante lo
scorrere della notte, con il nostro viso rivolto verso Sud, le vediamo muoversi
da Est verso Ovest.
L'EMISFERO AUSTRALE E IL POLO SUD CELESTE
Dai paesi più a sud dell'equatore terrestre, non è più visibile la Stella
Polare, e in sua vece si mostra il Polo Sud Celeste, purtroppo non
contrassegnato da alcuna stella di buona luminosità. Il polo si trova nella
costellazione dell'Ottante, privo di stelle che diano un riferimento di
rilievo; e d'altra parte la famosa "Croce del Sud", ben
riconoscibile, è piuttosto lontana dal Polo (circa 30°): in sostanza per
individuarlo con precisione… bisogna arrangiarsi un po', imparando la
disposizione delle stelle più vicine.
Le costellazioni e le stelle da qui si vedono ruotare sempre intorno al
loro polo, però questa volta in senso
orario. Come già visto per il nostro emisfero, le costellazioni australi
appaiono sempre più alte nel cielo a mano a mano che ci allontaniamo
dall'equatore, mentre le costellazioni boreali tendono a nascondersi sotto
l'orizzonte.
Anche dal POLO SUD le costellazioni visibili sono quelle di metà del cielo
(le australi), che possono essere definite tutte circumpolari.
Ai fini di migliorare le nostre conoscenze abbiamo
bisogno di distinguere circonferenze importanti aiutandoci con una foto da me
scattata nell’estate 2017 alla SFERA ARMILLARE montata al Tropico del
Capricorno, nella città di S. Carlo in Brasile (figura 2/3)
Ringrazio qui il dott. Jorge Hönel per l’aiuto e la disponibilità a me riservati all’Observatório Astronômico da USP - Dietrich Schiel di S. Carlo.
Ringrazio qui il dott. Jorge Hönel per l’aiuto e la disponibilità a me riservati all’Observatório Astronômico da USP - Dietrich Schiel di S. Carlo.
ORIZZONTE (circonferenza
bianca figura 2/3): circonferenza massima visualizzabile sulla volta celeste
intorno all’osservatore, la definizione è la stessa da qualunque punto della
terra. Su essa s’individuano i punti cardinali N, S, E, W Dal centro della
circonferenza nasce una perpendicolare, l’osservatore che guarda il cielo
troverà il punto più in alto sulla sua perpendicolare e lo chiamerà Zenith (Z).
Ricorda: all’equatore il sole passa per lo zenith agli equinozi sorgendo
esattamente a E, tramontando a W. Ai tropici il sole passa per lo zenith al
solstizio d’estate, sorge e tramonta in punti 23°30’ più a S. Fuori della
fascia intertropicale il sole non è mai allo zenith.
MERIDIANO LOCALE (arco nero figura 2/3): circonferenza massima che passa
per i punti N e S e per lo Z, quando il sole lo tocca abbiamo il mezzogiorno
locale.
Sul meridiano locale la differenza tra l’alzata massima del sole estiva e
invernale è SEMPRE 47° che è il doppio di 23° 30’ (poli esclusi).
EQUATORE CELESTE: circonferenza massima che giace sul piano perpendicolare
all’asse di rotazione terrestre e taglia l’orizzonte nei punti E e W. Essa
divide la sfera celeste in emisfero boreale e australe. L’inclinazione
dell’equatore celeste cambia da luogo a luogo seguendo la latitudine ma,
fissato il punto di osservazione, non cambia nel corso dell’anno. Ai poli
coincide con l’orizzonte (figura 1). All’equatore è perpendicolare
all’orizzonte (figura 1) e passa per Z. Ai
tropici (arco giallo figura 2/3) è inclinato di 23° 30’ rispetto alla
perpendicolare, non passa per Z e
coincide con l’eclittica agli equinozi . Alle latitudini intermedie è inclinato
rispetto all’orizzonte tanto quanto la latitudine (figura 1), e così in cielo le costellazioni si
distinguono in:
Circumpolari dell’emisfero di appartenenza
Stagionali dell’emisfero di appartenenza
Zodiacali comuni ai due emisferi
ECLITTICA: rispetto al riferimento delle stelle considerate fisse, circonferenza
costituita dai punti attraverso cui passa il sole nel corso dell’anno,
interessante per l’osservazione del cielo notturno perché pianeti e
costellazioni zodiacali “passano” di lì. S’individua così una fascia zodiacale
di una decina di gradi a cavallo dell’eclittica entro cui sono osservabili le
costellazioni zodiacali. Tale fascia è comune ai due emisferi celesti.
All’equatore il sole percorre nel
cielo una semicirconferenza che coincide con l’equatore celeste agli equinozi,
passa per lo zenith, taglia l’orizzonte in E e W. Ai solstizi lo spostamento
lungo il meridiano è di 23° 30’ verso S in estate e a N in inverno, 47° in
tutto, (per questo motivo, stando i due archi da parti opposte rispetto all’equatore
celeste non c’è gran differenza di altezza massima del sole e la durata del dì
in vicinanza dell’equatore è sostanzialmente uguale, circa 12 h). Una curiosità: a Macapò, capitale dello stato di Arapà
(Brasile), a 6 km dalla città, c’è un monumento che si chiama Marco Zero e un
campo di calcio (Zero) proprio a cavallo dell’equatore, la linea di mezzo
taglia a metà il campo in modo che le porte si trovano nei due emisferi
opposti.
Ai tropici nel solstizio d’estate
(arco rosso figura 2/3) l’eclittica raggiunge lo zenith nel cielo diurno
(massima durata del dì, 13 h 15’) e il punto più basso nel cielo
notturno (minima durata della notte, 10h 45’). Nel solstizio
d’inverno (arco blu figura 2/3), quando il sole in cielo descrive l’arco più
breve e a mezzogiorno dista 47° dallo zenith, di notte le stelle dello zodiaco
e i pianeti passano per lo zenith. Il sole sorge 23°30’ più a S di E d’estate e
sempre 23°30’ più a N di E d’inverno. Qui la differenza di altezza e quindi di
durata del dì è grande. Agli equinozi (arco giallo figura 2/3), il sole
percorre nel cielo una semicirconferenza che coincide con l’equatore celeste,
taglia l’orizzonte in E e W, ma non passa per lo zenith, raggiungendo il
mezzogiorno a 23° 30’ dallo zenith, il sole sta in cielo 12h.
A tutte le latitudini se il
percorso del sole è alto nel cielo di giorno, “prosegue” basso di notte dalla
parte del cielo da noi non vista. In vicinanza degli equinozi il sole si trova
rispetto alle stelle fisse vicino ai punti gamma e omega dove eclittica ed
equatore celeste s’intersecano.
Ciò fa in modo che in certe stagioni si scoprano alla vista boreale più
costellazioni australi che in altre. Per esempio in Italia nelle notti d’estate
l’eclittica è bassa, così vediamo vicino all’orizzonte costellazioni zodiacali
come Scorpione e Sagittario situate appena sotto l’eclittica, mentre nelle
notti d’inverno, con eclittica alta, vediamo alte nel cielo le zodiacali Toro,
Gemelli e sotto di esse, ben leggibili e alte, costellazioni stagionali
australi come Orione, Cane minore e Cane maggiore (con Sirio).
Ai poli (es N) ed entro i circoli polari cioè a latitudini
superiori a 67° le regole cambiano e in modo non lineare. L’inclinazione
dell’asse fa in modo che il sole per buona parte dell’anno non scenda sotto
l’orizzonte, la terra ruotando sull’asse inclinato fa sì che agli equinozi il
sole si muova lungo l’orizzonte che coincide con l’equatore celeste; il
solstizio d’estate è a metà dei 6 mesi di luce, si vive un lungo giorno con
sole sopra l’orizzonte con polo N esposto verso il sole; al solstizio d’inverno
la terra si è portata, nella rivoluzione intorno al sole, dall’altra parte
rispetto all’astro e l’inclinazione ora sfavorevole tiene il sole coperto. Un
po’ come se l’anno fosse un lungo giorno e la rivoluzione, una rotazione. È nella
lunga notte invernale che si vedono le stelle, strettamente quelle
dell’emisfero boreale, tutte circumpolari.
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