Gabriella Grosso

Gabriella Grosso

UNI TRE BOGLIASCO Briciole di Scienza dal 2007 ad OGGI

CORTISONICI. Il cortisone è l’ormone rilasciato nel sangue dalle ghiandole surrenali, insieme con l’adrenalina, in situazioni di stress. Essi elevano la pressione arteriosa e preparano l’organismo alla reazione di lotta o fuga. In chimica farmaceutica il cortisone, insieme ad altri corticosteroidi, è usato nel trattamento di diversi disturbi, somministrato per via orale, endovenosa o cutanea. Ha proprietà di ridurre le infiammazioni, alcune reazioni allergiche e le eruzioni cutanee. Uno degli effetti potenzialmente dannosi del cortisone è però quello di deprimere il sistema immunitario. D’altra parte è deliberatamente usato in alcuni casi per sopprimere le risposte autoimmuni in persone sottoposte a trapianti di organi al fine di prevenirne il rigetto. È usato anche in caso di nausea, allergie, ulcere, asma e problemi dovuti ad eccessive risposte del sistema nervoso involontario. I cortisonici o antinfiammatori steroidei da 40 anni hanno un ruolo importantissimo e insostituibile nella terapia dell'artrite. Ancora oggi quasi tutti i reumatologi li prescrivono in alcune fasi della malattia. Il principale effetto collaterale di trattamenti a lungo termine è l'osteoporosi. Generalmente il reumatologo associa alla cura cortisonica calcio e vitamina D per contrastare la perdita minerale dello scheletro.

DISINFETTANTI E CHEMIOTERAPICI
C’è una branca della Farmacologia dedicata a sconfiggere gli attacchi che il corpo riceve da “parassiti”. I meccanismi d’azione sono sostanzialmente due, i DISINFETTANTI, con tossicità indifferenziata tra parassita e ospite, e i CHEMIOTERAPICI, antiparassitari con meccanismo selettivo.
DISINFETTANTI
Furono i primi ad essere usati e scoperti, ancor oggi se ne fa largo uso come igiene preventiva. I primi esempi storici risalgono agli Egizi con l’imbalsamazione; i balsami erano derivati fenolici e terpenici che bloccavano i batteri della putrefazione e gli enzimi dell’autolisi. Nel secolo scorso l’introduzione di pratiche igieniche con uso di disinfettanti ridusse drasticamente le morti per parto e quelle da operazioni chirurgiche. I più comuni, anche di uso attuale, sono l’acqua ossigenata con le sue proprietà di pulizia profonda e l’alcool etilico che, oltre alle proprietà antisettiche, ha la capacità di indurire i tessuti e quindi prevenire le piaghe; sono entrambi agenti ossidanti. L’aspecificità dell’effetto tossico dei disinfettanti è evidenziata da test su topi infettati da streptococchi: trattati con fenolo muoiono entrambi. Per l’uso sull’uomo è importante il dosaggio.
CHEMIOTERAPICI
Sono farmaci attivi contro “organismi invasori”, gli agenti eziologici delle malattie: virus, batteri, funghi, protozoi, vermi, insetti… Nel corso degli anni la diffusione delle patologie tumorali ha fatto riconsiderare questa definizione, che attualmente include negli "organismi invasori" anche le cellule andate incontro a degenerazione tumorale. E nel linguaggio comune, la parola "chemioterapia" indica, erroneamente, solo questo campo di applicazione.
Il primo esempio storico di chemioterapia risale al XVII secolo con la cura della malaria con corteccia di China. Essa conteneva 25 alcaloidi e, oltre ad essere un potente veleno protoplasmatico per il Plasmodio (protozoo responsabile della malaria), aveva azioni antipiretiche e antalgiche a favore dell’ospite.
Negli anni Trenta un altro grande passo fu la scoperta dei primi Antibiotici: i Sulfamidici, che sono farmaci attivi contro i batteri (sia gram+ che gram-). Hanno azione batteriostatica ossia non li uccidono ma li arrestano nella fase più esplosiva. A seguito del loro uso, la mortalità per infezione da streptococchi (meningite, endocardite, polmonite) scese drasticamente. Il primo antibiotico è un colorante rosso il merito della cui scoperta spetta al biochimico tedesco Gerhard Domagk. Egli lo sperimentò su una bambina che versava in condizioni gravissime a causa della setticemia e la salvò. Per queste ricerche egli ricevette il Premio Nobel per la medicina nel 1939, anno di inizio della Seconda guerra mondiale con la situazione internazionale in fibrillazione. A Domagk fu vietato da Hitler di ritirare il Premio Nobel, cosa che fece solo al termine del conflitto.
ANTIBIOTICO: sostanza di origine naturale prodotta da un microrganismo capace di ucciderne altri. Il significato della parola (dal greco) è "contro la vita". Il termine nell'uso comune attuale indica un farmaco, di origine naturale, semisintetico, o di sintesi, in grado di fermare la proliferazione dei batteri o di ucciderli. Gli antibiotici si distinguono pertanto in batteriostatici (che bloccano la riproduzione del batterio, impedendone la scissione) e battericidi (che uccidono il microrganismo). Non hanno effetto contro virus e parassiti. I batteriostatici bloccano funzioni vitali del batterio come la sintesi proteica indispensabile per la riproduzione batterica. In particolare la formazione di acido folico. Noi lo prendiamo già formato con gli alimenti mentre il batterio se lo deve costruire da solo, in ciò risiede la specificità dell’antibiotico. Sono di questo tipo tetracicline (attive anche contro P. malariae), eritromicine, sulfamidici. I battericidi si distinguono in quelli che per uccidere i batteri mirano alla membrana batterica e sono pericolosi per noi perché anche le nostre cellule hanno membrana ( sono di questo tipo le polimixine, antimicotici), e quelli che mirano alla parete batterica. Sono di questo tipo le penicilline e le cefalosporine. Esistono antibiotici come il Cloramfenicolo che è batteriostatico su alcuni e battericida su altri batteri. Anche la capacità di colorarsi o meno ( gram+ e gram-) con il preparato Gram, divide i batteri in quelli sensibili o no ad un dato antibiotico. I gram+ hanno parete più spessa. In particolare penicilline ad ampio spettro e vancomicina sono attive contro cocchi e bacilli gram+ aerobi; cefalosporine, chinoloni, tetracicline, aminoglicosidi contro cocchi e bacilli gram- aerobi; penicillina, clindamicina contro batteri gram+ anaerobi.
Gli antibiotici inducono il fenomeno della resistenza batterica, cioè i germi sviluppano ceppi resistenti e insensibili al farmaco. La diffusione di ceppi di batteri resistenti agli antibiotici è più veloce della nostra capacità di creare nuovi antibiotici per distruggerli. Se si guarda alla storia dell’uso degli antibiotici e alla storia della resistenza agli antibiotici negli ultimi 60 anni si vede come si inseguono l’una con l’altra. Per evitare il fallimento della terapia è bene che il medico risalga alle precedenti terapie antibiotiche subite dal paziente. Quanto ai pazienti, è bene che tengano traccia dei farmaci che assumono.
L’antibiotico viene somministrato prevalentemente per via orale, in pastiglie o capsule, mentre per i bambini è più consigliabile lo sciroppo. Non presenta controindicazioni l’assunzione a stomaco vuoto, a differenza dell’antinfiammatorio che va sempre preso dopo un pasto. Il tempo minimo d’assunzione è di 5 giorni, tranne in alcuni casi specifici di antibiotici di ultima generazione che vanno presi per soli 3 giorni. Normalmente si debbono ingerire due o tre pastiglie nell’arco delle 24 ore ed è importante che siano prese ad orari precisi ogni 12 o 8 ore: è un appuntamento per una battaglia, non si può essere approssimativi con il nemico. Oggi ci sono anche antibiotici monodose da prendere una sola volta al giorno.
Dobbiamo ricordare che gli antibiotici sconfiggono non solo i batteri responsabili delle malattie ma anche quelli benefici che si trovano nel nostro corpo e precisamente quelli della flora batterica intestinale responsabili della salute del nostro sistema immunitario. Anche nella bocca e nella gola ci sono colonie di batteri benefici che filtrano l'immissione di germi nocivi. Sarebbe bene accompagnare la terapia antibiotica con l’assunzione di fermenti lattici.
Gli antibiotici naturali, derivati da piante specifiche, sono attivi contro virus, batteri, funghi, la loro azione è naturale, non aggressiva, stimolano il sistema immunitario, e sono di utilità per prevenire i mali di stagione come influenza, raffreddori, o di affrontare problemi come cistiti, tonsilliti ed altro. Come tutti gli antibiotici, anche quelli naturali vanno impiegati solo in caso di necessità, perchè l'uso improprio può selezionare ceppi resistenti esattamente come nel caso degli antibiotici di sintesi. Nel 1958 al professor Virtanen dell'Università di Helsinki fu assegnato il Nobel per i suoi studi sulle sostanze antibiotiche prodotte dalle piante.
Esistono proprietà antibiotiche in cereali, nelle patate, nelle carote, in quasi tutte le Liliacee tra cui aglio e cipolla, in quasi tutte le Crocifere come la senape, il rafano, il crescione, la coclearia. Liliacee e Crocifere oltre ad avere attività battericida, stimolano la cicatrizzazione, sono antinfiammatorie, antidolorifiche e regolatrici della pressione sanguigna. Sono antibiotici naturali: aloe vera, aglio, cipolla, echinacea, fermenti lattici, semi di pompelmo, polline, propoli, rosa canina, polline, tea tree - melaleuca, timo, molti oli essenziali.
Anche alcuni metalli come zinco, piombo, oro, argento,nichel, calcio, rame,mercurio, sono attivi contro i batteri avendo azione batteriostatica, ne sono prova gli utilizzi come gioielli, come contenitori per acqua, cibi… Presentano però problemi di accumulo e tossicità.
Ma se la chemioterapia ha avuto successo su tutti i macroparassiti e gran parte dei micro parassiti, non si può dire altrettanto per virus e tumori maligni.
LA VACCINAZIONE Tenendo conto che siamo pressoché impotenti contro le malattie virali e della grande pericolosità di alcune malattie batteriche, la scienza farmaceutica ha molto investito sulle vaccinazioni.
Il nostro corpo reagisce a qualunque agente estraneo attraverso l’attivazione di meccanismi immunitari con produzione di anticorpi specifici, le gammaglobuline. Il principio sfruttato dalla vaccinazione è quello della memoria immunitaria, cioè la speciale capacità del nostro sistema immunitario di ricordare gli agenti estranei che hanno attaccato il nostro organismo e contro i quali vengono prodotti anticorpi. In generale si crea uno stimolo tramite l’introduzione di agenti infettivi incapaci di ammalare ma in grado di stimolare una produzione anticorpale specifica.
I vaccini vengono preparati mediante diverse strategie: agenti attenuati, agenti uccisi, tossine, o immunizzazione passiva.
I batteri e i virus possono essere attenuati, ossia modificati in modo da non essere più attivi. Esempi di vaccini attenuati sono il vaccino Sabin contro la poliomielite e quelli contro il morbillo, la parotite e la rosolia, ma anche BCG contro la tubercolosi.
In altri casi i batteri e i virus sono introdotti nell'organismo già uccisi, quindi non più in grado di causare malattia, ma in grado di stimolare la produzione di anticorpi. Questo tipo di vaccinazione può richiedere richiami. Sono di questo tipo l’antipolio Salk e l’antinfluenzale. Per il tetano si ricorre invece all’immissione di tossine prodotte dal Clostridium per indurre la produzione di anticorpi. L’immunizzazione passiva consiste nell’introduzione di plasma di soggetti già immuni, se umani si dirà che contengono immunoglobuline, se il plasma deriva da animali, per distinguerli, si parlerà di antisieri.Questi ultimi hanno costi minori, ma maggiori problemi di reazioni allergiche.
La vaccinazione rappresenterà, in tempi lunghi la vera arma contro le infezioni, il problema sarà di volta in volta quello di trovare vaccini sempre più efficaci.
Vaccino antinfluenzale. L'influenza può essere causata da diversi virus influenzali. I sintomi più comuni sono febbre alta, spossatezza, inappetenza, dolori alle ossa e ai muscoli, mal di testa, faringite e tonsillite. Alcune categorie di persone, ad esempio gli anziani, i bambini piccoli, le persone con deficit immunitari, i cardiopatici, i diabetici, se contraggono l'infezione, vanno più facilmente incontro a complicanze. È dunque molto importante vaccinarsi. I virus influenzali hanno la caratteristica di modificare molto spesso la loro composizione e per questa ragione ogni anno viene preparato un nuovo vaccino contro l'influenza. L'immunità, cioè la capacità indotta dal vaccino di contrastare l'infezione, dura per pochi mesi ed è perciò necessario vaccinarsi ogni anno con il vaccino appositamente preparato. Un vaccino antinfluenzale ha, come tutti i vaccini, dei benefici e anche dei possibili danni che dovrebbero essere resi noti con chiarezza per consentire scelte consapevoli ai cittadini. È vero anche che contrarre malattie virali e poi guarirne ha come conseguenza un aumento delle difese immunitarie: durante una forma virale cresce l’interferone che ci difende, ad esempio, da future forme tumorali.

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