Gabriella Grosso

Gabriella Grosso

UNI TRE BOGLIASCO Briciole di Scienza dal 2007 ad OGGI

BOTANICA FIORE E FRUTTO

Faremo riferimento solo a Piante Superiori, cioè piante munite di radice, fusto, foglie e che si riproducono per semi, in particolare alle Angiosperme. Questo è il nome scientifico della maggior parte delle piante che ci circondano, quelle capaci di produrre fiori. Le distingueremo in due categorie in base ai pezzi che costituiscono il seme: Dicotiledoni (seme costituito da due pezzi o cotiledoni, come il fagiolo) e Monocotiledoni (seme indivisibile perché formato da un solo cotiledone, come il mais, il riso e il frumento).
Le foglie su un ramo si possono disporre alterne, opposte o verticillate. Da un modello di ramo a foglie verticillate (con 4 verticilli) parte il fiore.
Il I verticillo rimane tal quale, fatto di foglioline quasi sempre verdi, e darà origine al calice.
Il II verticillo si colora per attrarre gli insetti pronubi e dà origine alla corolla.
Il III verticillo si trasforma in più filamenti, detti stami, portanti il materiale maschile.
Il IV ed ultimo verticillo all’apice del rametto, fulcro di tutto l’organo, è il pistillo con funzione di ovario. È la sede delle cellule uovo cioè la parte riproduttiva femminile, ed è questa la parte che si potrà trasformare in frutto e dare i semi per la prosecuzione della specie.
Come si è visto, il fiore è ermafrodita, quindi teoricamente autosufficiente, ma la specie con l’autofecondazione si indebolirebbe se non avvenisse un piccolo sfasamento tra i periodi di maturazione delle cellule riproduttive. Le cellule uovo con probabilità molto alta verranno quindi raggiunte dai granelli di polline provenienti da stami di altre piante della stessa specie e si trasformeranno in semi. Non tutti i fiori diventeranno frutti con relativa produzione di semi, ma sicuramente lo diventeranno in numero sufficiente per il mantenimento della specie.


Per parlare di fiori, frutti, erbe officinali ora abbiamo bisogno di lessico.



Principali tipi di corolla. La corolla di un fiore può presentarsi sotto due forme: corolla dialipetala e corolla gamopetala. La corolla dialipetala è formata da petali liberi, mentre la corolla gamopetala o simpetala è costituita da petali più o meno saldati. Inoltre, in base alla disposizione dei petali, la corolla può essere classificata in regolare a simmetria raggiata o irregolare a simmetria bilaterale.
La corolla raggiata è simmetrica da ogni parte e può assumere diverse forme:
- Rosacea: Corolla composta da cinque petali ad unghia breve (A);
- Crociata o crocifera: Corolla composta da quattro petali opposti due a due (B);
- Cariofillacea: Corolla di cinque petali ad unghia sviluppata all’interno del calice (C);
- Tubulosa: Corolla di forma tubolare (D);
- Campanulata: Corolla a forma di campana (E);
- Imbutiforme: Corolla a forma di imbuto (F);
- Ipocrateriforme: Corolla tubolare che si apre superiormente a forma di cratere (G);
- Urceolata: Corolla semicilindrica, a forma di orcio (H);
- Rotata: Corolla con forma simile a una ruota e con tubo brevissimo (I);
- Stellata: Corolla che presenta profonde divisioni del lembo, a forma di stella (J).
La corolla a simmetria bilaterale può assumere diverse forme:
- Labiata: Corolla con tre petali saldati e due liberi a formare due labbra (A);
- Personata: Corolla simile alla labiata, con rigonfiamento che chiude la fauce del tubo (B);
- Speronata: Corolla con labbro inferiore prolungato alla base a formare uno sperone (C);
- Digitata: Corolla con cinque petali saldati a contorno ondulato, simile ad un ditale (D);
- Papilionata: Corolla a cinque petali: uno più grande a lembo espanso (vessillo), due
simmetrici clavati laterali (ali) e due simmetrici inferiori (carena) (E).
- Ligulata: Corolla formata da lunghe linguette laterali a disposizione stellare (F).




VERI FRUTTI
Gli ovuli contenuti nell’ovario di un fiore, se fecondati da polline proveniente da piante della stessa specie, si trasformano in semi e l’ovario in frutto.
Tralasciando qui le infruttescenze, apriamo una finestra sui veri frutti semplici.
Si suddividono in frutti secchi in cui a maturità il contenuto di acqua è piuttosto basso, che all’esterno si presentano duri, papiracei o legnosi, e frutti carnosi in cui la consistenza dei diversi strati è carnosa e trattengono una percentuale d'acqua notevolmente alta.
Sono frutti secchi che si aprono a maturità (detti deiscenti):
- legume o baccello: si apre su 2 linee opposte (sutura e dorso) È tipico delle Leguminose.
- siliqua e siliquetta: si aprono in 2 valve lungo la linea di sutura, a maturità si fendono ma non si separano completamente. Le due valve sono separate da setto persistente membranoso su cui sono inseriti i semi. Il frutto si chiama siliquetta quando è isodiametrica, siliqua quando il diametro longitudinale supera quello trasversale. Caratterizzano le Crucifere;
- capsula: in digitale, tabacco, china, colchico si apre lungo la linea di sutura dei carpelli; in Lilium, tulipano,oleandro si apre lungo la nervatura dorsale dei carpelli; in Papaver si apre mediante una serie di pori apicali.
I frutti secchi detti indeiscenti a maturità non liberano i semi.
- achenio: Si trova ad esempio nelle famiglie delle Betulaceae, Compositae;
- samara: è un tipo di achenio munito di espansioni (ali). Il pericarpo è membranoso con espansione alare laterale (frassino) o periferica (olmo); se il frutto è formato da due samare aderenti si chiama disamara (acero);
- cariosside frutto tipico delle Gramineae.
- noce: frutto con involucro erbaceo o cuoioso (cùpola), ora aperto e squamiforme, ora chiuso e aculeato, contenente uno o più acheni (nocciòlo, castagno).
I frutti carnosi sono frutti con tessuti ricchi di acqua.
- bacca: frutto carnoso contenente uno o più semi dispersi nella polpa (vite, pomodoro, banano, sambuco, belladonna); sono bacche speciali i frutti degli agrumi detti esperidi, come pure i peponidi, frutti tipici delle Cucurbitaceae (zucchina, zucca, cetriolo); e il balaustio: frutto tipico delle Punicaceae (melograno);
- drupa: frutto carnoso contenente un nòcciolo legnoso: Drupacee come susina, pesca, ciliegia, albicocca, olivo, noce, caffè, pepe, mandorlo, cocco.

FALSI FRUTTI
Si chiamano falsi frutti quelli in cui la trasformazione dell’ovario è accompagnata da quella di altre parti come il ricettacolo. Ciò avviene nei casi di ovario infero.
- pomo deriva da un ovario avvolto dal ricettacolo carnoso con il quale concresce (il vero frutto è il torsolo), calice persistente.
- cinorrodio è il "frutto" del genere Rosa; è un falso frutto a coppa carnosa, derivante dal ricettacolo, mentre i veri frutti sono gli acheni in esso racchiusi.

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