COME RILASSARSI
Per rilassamento intendiamo uno
stato esente da ansia (attesa di qualcosa di indefinito) e da stress (disagio e
tensione dovuti ad una sovreccitazione continua), esente da dolori, che
eventualmente preluda ad un buon sonno.
Vediamo le varie discipline
che affrontano la stessa problematica; alla fine cercheremo di trovare se esistono
denominatori comuni ai meccanismi d’azione.
Medicina tradizionale:
considerando il problema di pertinenza del sistema nervoso l’obiettivo sarà, se
il problema esiste, agire attraverso farmaci specifici.
Medicina alternativa:
esaminiamo le discipline adatte ad affrontare il problema del rilassamento.
Naturopatia: ci limiteremo alla
Fitoterapia, cioè l’uso di erbe.
Lo Shiatsu terapia manuale nata
in Giappone all'inizio del XX° secolo ad opera di maestri che praticavano
tecniche di massaggio direttamente derivate dal massaggio tradizionale cinese o
"tuina". Utilizza la digitopressione, ma è non è semplice spiegare
perché premendo un punto si possa ovviare ad un disagio. Inizialmente era
eseguito solo da ciechi. Si stabilisce un eco tra il donatore e il ricevente,
la digitopressione diventa un mezzo per risvegliare la forza guaritrice che è
in noi. Sfrutta i punti dell’agopuntura, ma senza aghi. Si indossano abiti
confortevoli.
Il Massaggio Tailandese significa letteralmente toccare per guarire. È
normalmente eseguito a terra, dove colui che lo riceve e colui che lo dà
indossano abiti confortevoli; ha una durata media di 2 ore e mezza e non è
consentito l'uso di oli.
Massaggio Ayurvedico:
la tecnica basilare si pratica con leggeri tocchi su pianta del piede, testa e
lobi delle orecchie, strofinando oli ed essenze vegetali. Ma esistono anche
sfioramenti lunghi, picchiettamenti, digitopressioni, impastamenti, di
intensità e direzione diversa che interessano tutto il corpo. Si usano essenze
e oli, tutti rigorosamente vegetali (mandorle dolci, sesamo, curcuma, soia),
purificanti, idratanti, anti-edemigeni di cui si sfrutta anche l’influenza su
mente e olfatto.
Il Linfodrenaggio, nato negli USA
negli anni ’30, si basa sul fatto che è possibile agire su tutto il corpo
stimolando punti di riflesso neurovascolare e neurolinfatico.
Dovendo fare una scelta, ai fini
del rilassamento, è la
Medicina Energetica quella che offre di più. Adatta
all’autotrattamento, quindi senza costi, senza effetti collaterali, senza
pericoli di assuefazione, ma ha un’impostazione totalmente diversa e per
entrare nello spirito c’è bisogno di studio, umiltà, capacità di spogliarsi
delle certezze occidentali e voglia di capire e imparare.
La Medicina Energetica
è la più schiettamente olistica, come si è detto considera ogni individuo come
la fusione di corpo, mente e spirito e mira a rimuovere i blocchi che
ostacolano lo scorrimento dell’energia. Ogni disciplina che vi appartiene si
distingue dalle altre per la maggior enfasi su alcuni aspetti rispetto ad
altri.
Lo Yoga (disciplina indiana nata
nel II sec prima di Cristo) mira particolarmente allo spirito e controlla che
il corpo e la mente siano in armonia con esso. Le forme di meditazione yoga
sono molteplici e molto efficaci per raggiungere stati di rilassamento.
Il Reiki fondato nel 1922 dal
sacerdote buddhista giapponese Mikao Usui, è stato poi modificato da vari
maestri in più parti del mondo. Usa una tecnica basata sul potere energetico
delle mani che sono pensate come tramite dell’energia del cosmo (Ki, teorizzato
in Cina nel IX sec a C) con potere di guarigione e autoguarigione e di
mantenimento dello stato di equilibrio e benessere. Lavora sui chakra, centri
energetici del corpo.
La Pranoterapia si
differenzia dalla pratica simile del reiki, al di là
della terminologia
utilizzata (prana e ki
sono concetti paragonabili), in quanto nella pranoterapia si presuppone un
passaggio di prana tra il corpo
dell'operatore e il corpo del paziente mentre nel reiki
l'operatore è considerato un mezzo per il presupposto passaggio di ki tra l'Universo
e il paziente.
Il Bodyscan: è una forma di
autotrattamento, bisogna mettersi a proprio agio seduti o sdraiati, ponendo
attenzione al respiro e pensando che ogni espirazione pulisce il corpo. Si
inizia dal viso agendo come uno “scanner” pensando a rilassare gradualmente le varie
parti del corpo una per volta, lasciandole “sprofondare” (ciò elimina le
tensioni inconsapevoli), non dimenticando il respiro. La sensazione dovrebbe
essere di calore, di scioglimento, e poi di fluttuazione, mentre il respiro
diventa più lieve e naturale. E’ anche opportuno usare tecniche di
minirilassamento durante la giornata appena ci rendiamo conto della tensione di
qualche zona (es. collo e spalle), basterà indirizzare la nostra attenzione e
rilassare là dove si avverte la tensione, la parte pian piano ubbidirà al
pensiero. E’ possibile liberarsi delle tensioni anche solo attraverso il
pensiero.
Tecniche di Mindfulness o “mente consapevole” sono forme di igiene
cerebrale, fanno raggiungere il benessere esercitando la mente a focalizzarsi
sull’esperienza momento per momento (hic et nunc), aiutano chi ha difficoltà a
focalizzare l’attenzione al lavoro e a scuola, creano la capacità di
controllare o lasciar esplodere le emozioni come se le guardassimo da fuori,
consapevoli di essere consapevoli.
La nascita della Musicoterapia si
perde nella notte dei tempi, quando saltando e battendo le mani l’uomo invocava
gli spiriti del bene, tentando in questo modo di esorcizzare i demoni. Molti
miti greci contengono metafore sul potere di guarigione della musica e le sue
capacità terapeutiche vengono sfruttate in molte culture e religioni antiche,
oggi sono sfruttate soprattutto per problematiche legate alla psiche.
Ora passiamo alla ricerca dei denominatori comuni. Quando si parla di
benessere, come già si è detto, il sistema più interessato è il sistema
nervoso. Esso è il più complesso tra i sistemi del corpo umano, la perla
dell’evoluzione che ha raggiunto la massima specializzazione proprio nell’uomo.
Le singole cellule nervose -neuroni- per comunicare tra loro si servono di
prolungamenti che possono essere lunghissimi (assoni e dendriti di un individuo
nel loro complesso coprono la distanza di 60 km) e di “valletti” di natura chimica,
molecole dette neurotrasmettitori. I
messaggi mandati dai neuroni cerebrali possono propagarsi sia nelle immediate
vicinanze che agli organi periferici e sono responsabili delle reazioni
psicologiche, come pure di quelle fisiche e fisiologiche. Tali preziose
molecole vengono poi riassorbite, immagazzinate e protette da enzimi (MAO),
pronti a decomporle o a demolirle.
Il meccanismo dei
neurotrasmettitori è raffinatissimo, nell’occuparcene cercheremo di dare un
esempio della complessità dei nostri processi metabolici.
Dal punto di vista chimico ne
distinguiamo due categorie.
Neurotrasmettitori principali o micromolecolari agiscono
soprattutto a livello centrale, gestiscono situazioni di grande importanza
comportamentale ed emotiva, piacere, dolore, ma con effetti di breve durata
perché vengono rapidamente inattivati o demoliti. Sono l’adrenalina, la
noradrenalina, l’acetilcolina, la serotonina, la dopamina, l’acido
gamma-aminobutirrico (GABA). I primi tre hanno effetto eccitatorio, il GABA
inibitorio, mentre serotonina e dopamina hanno azione modulatrice e limitano l’attività
delle zone del dolore. La serotonina ha anche azione vasocostrittrice sui
grandi vasi sanguigni della circolazione intracranica diminuendo quindi la
possibilità di emicranie, è usata farmacologicamente proprio a questo scopo.
Una curiosità: l'ingestione di cacao sembra avere un effetto positivo
sull'umore proprio perché ricco di un precursore della serotonina.
Neurotrasmettitori peptidici o macromolecolari: sono sostanze
rilasciate sia da neuroni che da altri tessuti, controllano situazioni fisiologiche,
come pure stati di piacere o dolore, ma con effetti di lunga durata e/o vengono
inattivate più lentamente. Sono oppioidi
come endorfine ed encefaline. A differenza dell’altro gruppo, queste sostanze
agiscono a livello dei recettori del dolore inibendo la loro azione, provocando
così uno stato di quiete dei sensi, per questo vengono chiamate droghe
endogene. Allo stesso modo agiscono i farmaci oppiacei come morfina e codeina e
le droghe come oppio, eroina, morfina. Sono pure neurotrasmettitori di questo
tipo alcuni ormoni tiroidei, ipofisari, dell’ipotalamo (detti neurormoni), ed
anche sostanze rilasciate da intestini, cuore, pancreas come insulina,
somatostatina, gastrine. Almeno 50 sono state identificate, ma il loro numero
va crescendo.
Farmacologia e naturopatia agendo sulla fase
chimica, somministrano degli equivalenti sintetici o naturali dei suddetti
neurotrasmettitori, o delle sostanze loro connesse.
Le Benzodiazepine (Valium, Ansiolin, Librium, Tavor) sono i più noti tra
i farmaci ansiolitici, ipnotici, anticonvulsivanti, essi stimolano i recettori
del GABA rendendo l’azione inibitrice più efficace. Gli antidepressivi
Trittico, Prozac ed IMAO inibiscono gli enzimi MAO che distruggono i neurotrasmettitori
ad azione modulatrice; la droga Extasy agisce come il Prozac, ma riduce
progressivamente la produzione spontanea di serotonina fino ad azzerarla. Gli
Oppioidi (morfina, codeina) agiscono con molecole simili a quelle delle
endorfine, ma con notevoli effetti secondari. Come si vede le azioni sono quasi
sempre indirette e vengono complicate da processi di assuefazione e da effetti
collaterali. Ciò ci dà una pallida idea della complessità dei meccanismi
nervosi e della delicatezza da usare quando si interviene su di essi. A
proposito della delicatezza dei meccanismi cito la “cheese reaction”: l’azione
di alcuni antidepressivi verrebbe annullata dalla tiramina contenuta nei
formaggi, perché avrebbe azione simile ad un MAO.
La naturopatia agisce anch’essa
per via chimica, attraverso l’uso delle erbe opportune. Ricordiamo a questo
proposito che l’uso di erbe è generalmente preferibile anche se meno immediato
perché il principio attivo naturale si presenta sotto forma di fitocomplessi
già equilibrati nei confronti degli effetti collaterali. Le erbe possono venir
assunte tramite infusi (vengono
utilizzate parti tenere delle piante, come foglie e fiori lasciando in
infusione in acqua bollente per 10-15 minuti, e prima di bere si filtra con un
colino), tisane (preparate
utilizzando indistintamente sia le parti tenere, sia quelle legnose delle
piante, lasciando riposare per 5 minuti), decotti
(si utilizzano le parti più resistenti della pianta, come la corteccia, la
radice o i semi, che si mettono in acqua fredda e si lasciano bollire per 10-15
minuti e riposare altri 15 minuti, finire filtrando spremendo bene), bagni (lasciare la miscela di erbe per 15’ in 5 litri di acqua bollente,
poi filtrare ed aggiungere all’acqua del bagno), maniluvi o pediluvi
sfruttando il fatto che mani e piedi sono molto vascolarizzati e per pressione
osmotica i principi attivi passano la barriera epiteliale. E’ anche proficuo
l’uso di cuscinetti aromatici
riempiti di erbe rilassanti con buona volatilità (verbena, fiori di lavanda e di
arancio amaro e tiglio), da annusare per un buon sonno. Molte sono le erbe ad
azione calmante, alcune di esse agiscono direttamente sui neuroni proteggendoli
e nutrendoli (Ginkgo biloba), altre aumentano il rilascio di neurotrasmettitori
che regolano le emozioni (Ginseng, Iperico, Rodiola), altre ancora hanno azioni
simili alle benzodiazepine (Valeriana, Tiglio, Passiflora), altre hanno azione
sedativa e riequilibrante generale (Biancospino, Camomilla, Lavanda, Luppolo,
Melissa).
C’e un’altra via, quella che
considera che una volta individuate le problematiche, la prevenzione sia la miglior risposta. Il fisico deve essere
mantenuto in equilibrio energetico, ciò evita le malattie. Ricordiamo che
quando ci ammaliamo, la malattia si manifesta prima ancora che con specifici
sintomi fisici, nella condizione energetica. Attualmente in Giappone i
dipendenti governativi vengono periodicamente sottoposti a screen energetico,
solo se questo risulta irregolare si prosegue con esami clinici. Compito del
medico dell’antica Cina era di mantenere in equilibrio energetico e quindi in
salute il paziente al punto che se quest’ultimo si ammalava, il medico non
veniva pagato.
E’
possibile agire direttamente sulla
produzione di neurotrasmettitori macromolecolari. Si sa che le endorfine sono le droghe che il nostro
corpo sa produrre da solo se lo sottoponiamo ad esercizio fisico: fare lunghe
passeggiate, un po’ più di palestra nelle stagioni meno propizie, attività
fisica dosata, non solo terranno in funzione articolazioni, cuore, polmoni,
alimenteranno la rigenerazione del tessuto osseo, ma il maggior tasso di
endorfine in circolo scaricherà le tensioni, ci darà benessere e ci preparerà
ad un buon sonno regolatore. Studi del 2008 hanno descritto uno stato euforico
detto ”runner’s high”, tipico di corridori di lunga distanza in cui la PET mostra accumulo di
endorfine in aree prefrontali e limbiche il che dimostra che il primo a
risentire degli effetti delle endorfine è proprio il sistema nervoso. A
proposito di musicoterapia, la ricerca suggerisce che anche le esperienze
musicali stimolino la produzione di questi analgesici naturali prodotti dal
cervello, le endorfine.
Per finire il quadro del rilassamento non possono essere tralasciati i
principali mediatori sistemici del sistema
autonomo, essi son detti ormoni
dello stress ed agiscono soprattutto a livello periferico sull’intero
organismo, sono secreti dalle ghiandole surrenali. I principali sono l’adrenalina, già incontrata tra i
neurotrasmettitori micromolecolari, prodotta oltre che a livello dei neuroni
anche dalla zona midollare del surrene, essa presiede a reazioni fulminee e di
breve durata, e cortisolo, secreto
dalla corteccia del surrene per reazioni di lunga durata. Esemplificano
situazioni in cui l’evoluzione dei viventi non ha tenuto il passo con i
mutamenti dell’ambiente. (Ricorda le procellarie della Tasmania che provano, ma
non riescono a raggiungere l’Antartide che si è allontanata per i processi
tettonici). I tassi di produzione di adrenalina
e cortisolo risalgono ai tempi dell’uomo cacciatore in cui l’istinto di
sopravvivenza faceva permanere in stato di allerta; essi spesso ci mantengono
in stati di “combatti o fuggi” tipici di altre epoche storiche, anche quando
potremmo o dovremmo rilassarci. L’azione dell’adrenalina è di breve durata,
mentre l’azione del cortisolo è fatta per durare a lungo. Un livello elevato di
cortisolo nel sangue determina situazioni che vanno oltre lo stato ansioso che
noi siamo comunque in grado di percepire ed eventualmente curare: inibisce il
sistema immunitario, aumenta le allergie, peggiora l’asma ove sia presente, predispone
alla depressione. La medicina tradizionale riconosce la Sindrome di Cushing o ipercortisolismo
che colpisce chi fa uso prolungato di cortisonici. La farmacologia usa l’adrenalina di sintesi come farmaco da rianimazione
importantissimo in condizioni di emergenza come arresto cardiaco e shock
anafilattico, e i cortisonici per l’azione antinfiammatoria, mentre per gli
effetti secondari indotti da una concentrazione alta e prolungata di cortisolo
ricorre a immunostimoline, antistaminici, antiasmatici, antidepressivi.
Dobbiamo prendere
atto del fatto che il sistema autonomo svolge la maggior parte del lavoro di
tutto il sistema nervoso, nel senso che la fisiologia di tutto il corpo
(respirazione, digestione, escrezione, circolazione, termoregolazione…), è
affidata ad un pilota automatico che lavora a tutte le ore, mentre noi (con
nostro cervello) siamo responsabili solo delle azioni consce. Si è stabilito
che la mente inconscia svolge il 95% del lavoro, lasciando solo il 5% alla
conscia, e che se la mente inconscia è in equilibrio con la conscia si ha
benessere. Cosa fare per tenere a bada il sistema autonomo prima che i problemi collegati si scatenino?
La medicina energetica dice che anche il sistema autonomo può essere
condizionato e trasformato. Come si è visto esso è anche responsabile delle
reazioni immunitarie, allergiche e asmatiche. Mindfulness e Heart coherence
ottengono risultati notevoli proprio su questi aspetti e ci sono risultati
statistici che lo provano. Sfruttano tecniche che esaltano o deprimono le
funzioni del sistema autonomo, molte sfruttano il fatto che se dirigiamo
l’attenzione su un punto del corpo, vi si sposta più energia e richiama
l’attività di neurotrasmettitori specifici. Vale la pena di imparare a farlo.
Per concludere
il percorso insieme, ricordando l’importanza del “prenderci cura di noi”,
propongo una sequenza di gesti che ho assemblato io stessa prendendo a piene
mani da Shiatsu e da contesti diversi. La eseguo ogni mattina prima di alzarmi.
Cominceremo dal viso perché rappresenta in dimensioni ridotte tutto il nostro
corpo ed è, relativamente alle altre zone “sintetiche” (mani, piedi, orecchie),
più grande e più a portata di mano, la zona ideale per iniziare un
autotrattamento: trattando il viso è possibile mandare e ricevere messaggi da
tutto il corpo. Dobbiamo ricordare di mantenere ritmica la respirazione. Si
parte con una mobilizzazione del cuoio cappelluto, con gesti come per aprire il
cranio a metà partendo dalla fronte fino alla zona occipitale, la tecnica vien
detta Crown pull. Poi percorreremo, partendo dall’alto, la linea mediana del
viso premendo con gli indici delle mani alternate, su questa linea si trovano
punti dei meridiani fondamentali.
Continueremo
seguendo cinque percorsi orizzontali sempre partendo dal centro e con movimenti
simmetrici delle due mani. La prima linea orizzontale è disegnata
dall’attaccatura dei capelli, si percorre con gli indici in modo simmetrico e
contemporaneo, si procede fino alle orecchie.
La seconda linea
orizzontale si percorrerà “morsettando” con dolcezza tra pollice e indice i due
archi sopraciliari, fino a fermarsi sulle tempie con una pressione un po’ più
decisa.
La terza e la quarta percorreranno l’osso zigomatico (sopra e sotto). Mentre si seguono le linee orizzontali è bene ripassare i punti della linea mediana, a livello del mento poi è indispensabile premere il punto mediano per promuovere l’abbassamento della mandibola con apertura della bocca e rilascio dei masseteri. L’ultimo percorso orizzontale vede la “morsettatura” gentile della mandibola, fino alle orecchie. A questo punto si sfregano energeticamente le mani tra di loro fino alla punta delle dita e poi si pongono i palmi a coppa sopra le zone oculari (come per palming- tecnica Bates). Si prosegue in zona toracica con alcune percussioni o picchiettamenti o massaggi al fine di stimolare zone chiave che attivano soprattutto il sistema immunitario. La prima è la zona detta K27, con due fossette simmetriche sotto la clavicola, la seconda è l’area timica, mediana, la terza ha due punti simmetrici sulla parte inferiore della gabbia toracica, l’ultima ha due punti simmetrici sul torace alla stessa altezza della terza zona.
La terza e la quarta percorreranno l’osso zigomatico (sopra e sotto). Mentre si seguono le linee orizzontali è bene ripassare i punti della linea mediana, a livello del mento poi è indispensabile premere il punto mediano per promuovere l’abbassamento della mandibola con apertura della bocca e rilascio dei masseteri. L’ultimo percorso orizzontale vede la “morsettatura” gentile della mandibola, fino alle orecchie. A questo punto si sfregano energeticamente le mani tra di loro fino alla punta delle dita e poi si pongono i palmi a coppa sopra le zone oculari (come per palming- tecnica Bates). Si prosegue in zona toracica con alcune percussioni o picchiettamenti o massaggi al fine di stimolare zone chiave che attivano soprattutto il sistema immunitario. La prima è la zona detta K27, con due fossette simmetriche sotto la clavicola, la seconda è l’area timica, mediana, la terza ha due punti simmetrici sulla parte inferiore della gabbia toracica, l’ultima ha due punti simmetrici sul torace alla stessa altezza della terza zona.
LABORATORIO di BOTANICA |
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