BOTANICA Confronto tra stadi evolutivi diversi nel mondo vegetale. Le Alghe. Le Felci. Le Piante Superiori. Osservazione diretta di esemplari.
Alghe
Vegetali pionieri per la vita
sulla Terra. Le alghe hanno forme, dimensioni e colori variabili e
vivono soprattutto negli ambienti acquatici. Hanno un corpo semplice, il tallo,
poco differenziato. Perché pioniere? Perché senza di esse la vita sul pianeta
non sarebbe partita e non si manterrebbe. Le alghe microscopiche galleggianti
che formano il fitoplancton sono indispensabili per avviare le catene
alimentari di tutti gli animali che vivono nelle acque, dal microscopico
zooplancton alle forme più complesse. E la vita è iniziata nell’acqua.
Dove vivono le alghe? L’ambiente
primo è il mare e poi i laghi, i fiumi, i torrenti e gli stagni, ma anche pozze
d'acqua, terreni fangosi, tronchi degli alberi e in generale tutti i luoghi che
si mantengono umidi per almeno un periodo dell'anno. Inoltre, alcune alghe
possano vivere all'interno di altri organismi come protozoi, idre, spugne,
coralli, gasteropodi, vermi piatti e funghi, caso quest'ultimo in cui la
simbiosi genera i licheni.
Il
corpo dell’alga, il tallo, ha dimensioni alquanto variabili. Alcune alghe sono
unicellulari e quindi microscopiche, le altre, pluricellulari, hanno dimensioni
maggiori fino a raggiungere i 100 metri.
La loro forma è variabile: quelle unicellulari possono essere ovoidali, a
sfera, a disco, a filamento o a bastoncino. Altre sono provviste di una corazza
che le protegge; altre ancora hanno una forma filamentosa o a lamina e alcune
possiedono una base che consente loro di aderire ai fondali. Altre portano
vescicole aeree che aiutano la statica dei grandi talli: per questo il Sargasso
è detto Uva di mare. Tutte le alghe hanno clorofilla per svolgere la
fotosintesi, l'insieme di reazioni chimiche che trasformano l'acqua e
l'anidride carbonica in sostanze organiche assai più complesse che servono come
nutrimento. Per questa proprietà le alghe, come tutte le altre piante, sono
dette organismi autotrofi, cioè individui capaci di crearsi il
nutrimento con mezzi propri. Un solo dato ci convincerà della loro primaria
importanza: il carbonio inorganico trasformato in forma organica dalle alghe
marine in un anno ammonta a 150 miliardi di tonnellate contro i 20 miliardi di
tutte le piante terrestri.
Oggi però i torrenti, i fiumi
e i corsi d'acqua, nel loro cammino verso il mare, ricevono le acque di scarico
delle abitazioni, quelle delle industrie insieme ai concimi che derivano dalle
attività agricole. Le sostanze raccolte sono fortemente inquinanti e tutto vien
portato al mare. Ne deriva un fenomeno chiamato eutrofizzazione che
consiste nella proliferazione eccessiva delle alghe che vivono in tutti questi
corsi d'acqua con rottura degli equilibri e gravi danni per il movimento e la
vita degli animali acquatici.
Tutte le alghe possono
riprodursi attraverso un meccanismo chiamato riproduzione vegetativa che
consiste nel generare un individuo identico al precedente. Questo tipo di
riproduzione può verificarsi in modi diversi: nelle forme costituite da una
sola cellula è questa a dividersi in due per semplice scissione. Le forme
pluricellulari, invece, si riproducono per lo più attraverso la frammentazione:
dal tallo di un'alga si distaccano piccoli frammenti, capaci di vivere in modo
autonomo, che ingrossandosi formeranno nuovi individui identici al precedente.
Altre alghe realizzano la riproduzione vegetativa producendo e liberando
nell'ambiente numerose spore, particolari cellule
rivestite di un involucro di protezione. Ogni spora, quando le condizioni
ambientali sono favorevoli, si divide per formare altre cellule da cui si
svilupperà una nuova alga identica alla precedente. La riproduzione sessuale, analogamente a quanto si verifica negli
animali, richiede la fecondazione e cioè la fusione di due tipi diversi di
cellule sessuali, il gamete maschile e quello femminile. Alcune alghe producono
due gameti identici capaci di nuotare perché provvisti di flagelli. Altre hanno
solo il gamete maschile libero di nuotare perché la cellula uovo più grande è
immobile dentro il tallo.
Le zooxantelle. C’è un genere di alghe unicellulari, dette
comunemente zooxantelle, che
vivono in simbiosi
con alcune specie di coralli all'interno dei loro corpi, entro i 100m di
profondità, dove è possibile la fotosintesi. La loro densità arriva a 1 milione
di esemplari per cm2. La loro presenza assicura al corallo ossigeno
ed energia (fino al 90% del fabbisogno) con conseguente assicurazione di veloce
crescita e il corallo dà alle alghe protezione e CO2, il loro
nutrimento, e altri preziosi elementi come Fosforo e Potassio.
Cloroficee o alghe verdi
Sono alghe di colore verde dovuto
alla clorofilla. Nel corso dell'evoluzione hanno colonizzato la terraferma e
originato i progenitori di tutte le piante terrestri. Vivono nelle acque dolci
e in quelle marine. Questo gruppo comprende anche individui che vivono sulla
neve, sul suolo, sui tronchi degli alberi o nel corpo di alcuni organismi. La Spirogira è una cloroficea comune,
che forma masse filamentose di colore verde nelle acque dolci stagnanti di
vasche, pozze o corsi d'acqua a lento scorrimento. L’Ulva lactuca è la lattuga
di mare, le Acetabularie sono gli ombrellini che rivestono fondali bassi, il
Codio forma delle borse sott’acqua.
Feoficee o alghe brune
Si tratta soprattutto di alghe
marine, e sono di colore bruno perché contengono alcuni pigmenti che,
mascherando il verde della clorofilla, danno il colore marrone. Vivono
soprattutto nelle regioni fredde degli oceani e formano praterie estese a largo
delle coste. Hanno dimensioni estremamente variabili: certe sono microscopiche
mentre altre possiedono fronde lunghe fino a 100 m. Alcune, come la Laminaria,
hanno un tallo formato da una lamina sorretta da uno stipite più o meno
allungato e cilindrico; quest'ultimo è a sua volta ancorato al fondale tramite
ventose che aderiscono alle rocce. Quando la lamina si rompe per azione delle
onde o viene tagliata, lo stipite ne genera un'altra. Alcune alghe appartenenti
a questo gruppo, come il Fucus,
hanno, ai margini delle loro fronde, piccole vescicole ripiene di gas il cui
scopo è quello di sostenere il tallo, generalmente floscio, in modo che
galleggi sulla superficie del mare e, non venendo trascinato sul fondo dalle
correnti, riesca ad assorbire una quantità maggiore di energia solare. Altre
alghe brune sono i sargassi, diffusi
nei mari caldi. Queste alghe, particolarmente sviluppate a nord-est dei
Caraibi, generano immense masse galleggianti dalle quali prende nome il Mar dei
Sargassi.
Appartiene alle Alghe brune la
Padina pavonia, comune nei nostri mari temperati.
Rodoficee o alghe rosse
Sono così chiamate perché
contengono un pigmento rosso responsabile del colore che assumono in quanto
maschera il verde della clorofilla. Per lo più filamentose, vivono soprattutto
nelle acque marine delle regioni tropicali e temperate, attaccate agli scogli o
sul tallo di altre alghe. Generalmente, si dispongono a una profondità maggiore
rispetto agli altri gruppi perché i loro pigmenti riescono ad assorbire quelle
radiazioni che raggiungono le acque profonde. Alcune alghe rosse, che
depositano nel loro tallo carbonato di calcio, hanno una consistenza dura e
pietrosa e appaiono come ramoscelli bianchi, vengono dette alghe calcaree per
il calcare che li riveste, si possono osservare sulle spiagge dopo le
mareggiate.
L'uomo utilizza in modi
diversi le alghe o le sostanze che da queste ricava. Soprattutto in Giappone,
ma anche in Cina e nelle isole del Pacifico, le alghe sono un alimento diffuso perché ricco di
vitamine e di minerali, in particolare potassio e iodio. L’involucro dei sushi è un’alga rossa, Porphyra
tenera, commercializzata
col nome generico giapponese
di nori. In alcuni casi le alghe sono utilizzate
come mangime per gli animali e concime per fertilizzare il suolo.
Le pareti cellulari di alcune
alghe rosse sono rivestite di agar,
una sostanza mucillaginosa di cui il Giappone è il maggiore produttore. Tale
sostanza è utilizzata nell'industria dei cosmetici, in quella farmaceutica per
produrre soprattutto le capsule dei medicinali, e nell'industria alimentare per
rendere più compatte gelatine o minestre. Nei laboratori di analisi
microbiologiche con agar e altre sostanze nutritive, si prepara un terreno di
coltura per la crescita dei batteri. Altre mucillaggini, gli alginati, vengono usati per la
preparazione di gelati.
Le alghe sono
spesso pubblicizzate come la
nuova fonte sostenibile di biocarburanti,
ma secondo i ricercatori svedesi, la biomassa proveniente dalle alghe potrebbe
anche essere la chiave per una nuova ultrasottile batteria biodegradabile. Hanno scoperto che alghe maleodoranti che
crescono a ciuffi sulle spiagge, note come Cladophora, possono anche essere utilizzate per
creare un tipo di cellulosa che ha 100 volte la superficie più porosa capace di
contenere polimeri conduttori per ricaricarsi in modo efficace e trattenere
l’elettricità per un tempo prolungato. Nasce così la batteria a ioni dalle
alghe. L’obiettivo per il team di ricerca è quello di creare una batteria in
grado di competere con le batterie al litio rendendola magari
biodegradabile.
![]() |
Tipi di Alghe |
Felci
Le
felci sono piante senza fiori, quindi senza possibilità di produrre semi, così
come i batteri, i funghi, le alghe, i licheni, e i muschi; tutti questi gruppi
un tempo venivano indicati come Piante crittogame, etimologicamente piante con
gamia nascosta, (il nome anticrittogamico significa sostanza che combatte
malattie prodotte da vegetali crittogami come batteri, funghi…).
Le
felci rispetto agli altri vegetali nominati sopra, presentano apparati di ancoraggio
al terreno, apparati con vasi capaci di portare i liquidi verso l’alto e
apparati di fotosintesi. Erano chiamate Crittogame Vascolari. Sono le prime piante
terrestri che hanno cominciato a differenziare un sistema di trasporto dei
fluidi, permettendo così un accrescimento in altezza a differenza delle altre
che non sono riuscite ad affrancarsi totalmente dalla vita acquatica.
Il
fusto è un rizoma sotterraneo spesso ricoperto di scaglie o peli. Le foglie in
fase di sviluppo hanno una caratteristica forma a “bastone pastorale”. Le
foglie, dette fronde, possono presentare contorno intero, ma più generalmente
sono una o più volte suddivise assumendo la caratteristica forma pennata. Le
fronde assumono la doppia funzione: clorofilliana e riproduttiva. Si
riproducono per spore. Nella pagina
inferiore delle fronde si ritrovano gli organi riproduttivi, gli sporangi,
spesso raggruppati lungo le nervature, in ammassi ben visibili, i sori. La loro forma e disposizione sono
elementi essenziali per la classificazione delle Felci. Notiamo che prefogliazione a pastorale e sori sono caratteristiche esclusive delle felci.
Sono
felci con fronda a ventaglio il Capelvenere, con fronda indivisa la Lingua di
cane o Scolopendra, mentre il Platycerium o felce a corna di cervo ha fronda
dicotomizzata. Tra le altre ricordiamo la felce aquilina che riveste intere
colline, la felce dolce o Polipodio, la piccola Ceterach che tappezza i muretti
con le spore della quale si asciugava l’inchiostro delle lettere.
Non
dimentichiamo le felci arboree dei paesi tropicali, che abbiamo puntualmente
ammirato alle edizioni di Euroflora, e che stanno a ricordare come nel periodo
Carbonifero dell’era Paleozoica esse formavano foreste e sono le maggiori
responsabili della formazione del carbon fossile insieme agli Equiseti e ad
altri gruppi oggi estinti.
Piante superiori
![]() |
Tipi di Felci |
![]() |
Felci arboree |
Piante superiori
Quando
si dice piante superiori si intende parlare delle piante Fanerogame (in contrapposizione con le Crittogame) in cui la
riproduzione avviene grazie ad organi ben evidenti, etimologicamente con “gamia
in mostra”, e a semi.
Quelle
che hanno semi nudi sono le Gimnosperme (come le Conifere, le
Cicadee, il Ginkgo e il Tasso), quelle con i semi protetti da un organo
speciale, l’ovario, sono le Angiosperme.
Solo queste ultime vantano veri e propri fiori
e poi la loro trasformazione, i frutti.
Dato
che le piante superiori sono quelle di cui amiamo circondarci nei nostri orti e
giardini, ce ne cibiamo, aromatizziamo i nostri cibi, ci curiamo e
rappresentano la quasi totalità di quello che intendiamo per mondo vegetale, mi
è sembrato opportuno non aggiungere altra teoria e utilizzare il nostro “tempo
botanico” per osservare più specie possibile facendoci raccontare dagli
esemplari stessi le loro meraviglie. Vi invito dalla prossima volta a portare
campioni a vostra scelta.
Laboratorio su Gimnosperme (20 Novembre 2015) |
Nessun commento:
Posta un commento