I cicli del carbonio, dell'ossigeno, dell'azoto, dell'acqua, trasformano incessantemente la biosfera e consentono la vita. Si utilizza il termine "ciclo" per mettere in evidenza la regolarità, la periodicità, la stabilità di tali fenomeni, ma soprattutto la circolarità dei processi. Lo studio dei meccanismi che regolano i cicli naturali è alla base dell'ecologia moderna e ad essi si ispira il concetto stesso di sostenibilità. I cicli naturali, comportandosi come sistemi chiusi, generano cambiamenti, non alterazioni, al contrario di quanto avviene negli ecosistemi ad alto grado di artificialità (complessi industriali, agroecosistemi a coltura intensiva, organismi urbani). La sostenibilità mira a ridurre gli impatti prodotti dalle attività umane sul territorio rendendole ecocompatibili, ossia riducendo i prodotti di scarto e aumentando il grado di compatibilità con la natura attraverso opportuni trattamenti.
Nella natura, infatti, ogni rifiuto è riciclabile grazie all'azione di importantissimi microorganismi, i decompositori, che hanno la precisa funzione di decomporre e ridurre i composti complessi in composti semplici.
In questo modo il ciclo si chiude: il sole, con l'energia prodotta sotto forma di calore e luce, avvia tutti i processi chimici necessari alla vita; le piante, organismi autotrofi, producono cibo per animali erbivori e questi, a loro volta, per carnivori fino ad arrivare ai decompositori che, in ogni momento, agiscono da anello di congiunzione con il primo livello della catena.
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Il ciclo dell’acqua sarebbe il più puro e semplice tra tutti, ma pesticidi, diserbanti, concimi, prodotti inquinanti emessi dalle fabbriche, lo corrompono attraverso l’aria, i corsi d’acqua, il suolo interessato dall’acqua piovana fino alle falde, rendendolo così uno dei veicoli peggiori di inquinamento.
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