Lentisco o Pistacia lentiscus (Anacardiacee)
La pianta ha un portamento cespuglioso, raramente arboreo, in genere raggiunge i 3-4 metri d'altezza. La chioma è generalmente densa per la fitta ramificazione, di forma globosa. L'intera pianta emana un forte odore resinoso. Le foglie sono alterne, paripennate, composte da 6-10 foglioline ovato-ellittiche a margine intero e apice ottuso. Il picciolo è appiattito e alato. L'intera foglia è glabra. Il lentisco è una specie dioica, con fiori femminili verdi e maschili rosso-bruni situati su piante differenti. In entrambi i sessi i fiori sono piccoli, raccolti in infiorescenze a pannocchia di forma cilindrica, portati all'ascella delle foglie dei rametti dell'anno precedente. Il frutto è una piccola drupa sferica o ovoidale, di 4-5 mm di diametro, di colore rosso, tendente al nero nel corso della maturazione. La fioritura ha luogo in primavera, da aprile a maggio. I frutti rossi sono ben visibili in piena estate e maturano in inverno. La resina del lentisco è detta mastice di Chio e in diverse lingue è indicata con il termine di mastice. Di colore giallo, veniva usata in passato come chewing-gum anche per la sua azione benefica sul cavo orale (rassodante delle gengive e purificante dell'alito). Ancora oggi con la resina sciolta nella trementina purissima, si prepara una vernice per impieghi artistici (pittura a olio e/o a tempera) soprattutto per restauri neutri su dipinti antichi. Gli impieghi attuali della resina vanno dalla profumeria all'odontotecnica (come componente di paste per le otturazioni e mastici per le dentiere). È anche usato come componente nella produzione del chewing-gum.
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Euforbia arborea o Euphorbia dendroides (Euphorbiacee)
Si presenta in forma di cespugli, con fusto e rami dicotomi, alti sino a 2m. Nel periodo invernale e primaverile forma dei veri e propri cuscini sferici di colore verde. Nel periodo estivo si presenta sotto forma di arbusti privi di foglie e dall'aspetto scheletrico. I rami tagliati secernono un lattice bianco irritante al contatto con la pelle.
Le foglie sono alterne, oblungo-lanceolate, di colore da verde-glauco a rossiccio, lunghe fino a 7cm, e sono disposte nella parte superiore dei rami dove rimangono dalle prime piogge autunnali sino all’inizio dell’estate, epoca in cui si colorano di rosso e quindi cadono. Ha fiori di color giallo-oro, raccolti in ombrelle terminali con 5-8 raggi, circondate da numerose brattee. Fiorisce da aprile a giugno. È una essenza tipica della macchia mediterranea. Prospera in ambienti litoranei aridi e soprattutto calcarei, su scogliere e rupi presso il mare, da 0 a 700m.
La disseminazione è garantita da un meccanismo di apertura a scatto del frutto che proietta i semi ad una certa distanza dalla pianta madre. Oltre che per seme si propaga anche per radicazione di talea apicale.
Mirto o Myrtus communis (Mirtacee)
Il mirto è un arbusto sempreverde. Le foglie sessili sono lucide di un bel colore verde brillante, con il margine lineare, i fiori bianchi a 5 petali si schiudono in giugno-luglio. I frutti, che sono delle bacche nere, maturano in autunno. Il legno di color grigio rossastro è duro, pesante, omogeneo, adatto anche per lavori al tornio e ad intarsio.
Del mirto si utilizzano foglie e frutti. I semi e le foglie triturate erano un rimedio contro la peste e l'avvelenamento da funghi, mentre, ridotte in polvere, erano usate contro l'arrossamento della pelle. Le foglie sono amare, aromatiche, contengono un olio, il mirtenolo, che ha azione espettorante; le bacche mature per infusione hanno azione digestiva; l'infuso delle foglie bollite è un rinforzante per il cuoio capelluto. I profumieri del medioevo ottenevano dai fiori del mirto per distillazione un profumo detto "acqua degli angeli". Le sue bacche entrano come condimento in cucina. Lasciate macerare nell'alcool producono un ottimo liquore, il mirto rosso.
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Cisto o Cistus (Cistacee)
I cisti sono cespugli aromatici, generalmente di piccole dimensioni, che si difendono dal pascolamento grazie alla presenza di oli nelle loro foglie che le rendono immangiabili.
Prediligono i terreni fertili e ben drenati. Hanno foglie verdi-grigie, ovali o ellittiche, rugose e vellutate su ambo le pagine. I fiori hanno petali rosei o bianchi. Vivono nelle leccete e nelle macchie fino a circa 1200 metri d'altitudine.
Il cisto rosso, Cistus incanus, caratteristico anch'esso della macchia, ha fiori regolari, grandi, di colore rosa, con petali ondulati e grinzosi. Il cisto marino, Cistus monspelliensis, vive indifferentemente dal livello del mare fino alle aree montane. Ha foglie sessili, fiori piccoli, i petali sono bianchi, spesso con una macchia gialla. È una delle piante pioniere che colonizza i terreni devastati dal fuoco. Il cisto femmina, Cistus salvifolius, ha fiori bianchi e raggiunge sino a 1m di altezza. Diffuso anch'esso dal livello del mare fino alle zone montuose dell'interno, ha foglie picciolate, fiori solitari portati da un lungo peduncolo, corolla regolare e bianca, petali giallognoli alla base; il Cistus albidus, contrariamente a ciò che suggerisce il nome, ha fiori rosa e foglie sessili.
Asfodelo o Asphodelus microcarpus (Liliacee NB= ovario supero, stami 6)
È una pianta erbacea perenne molto diffusa in Sardegna, alta 50-150 cm. Cresce con predilezione nella gariga, nei terreni incolti, nei pascoli, sui bordi delle strade. Ha fusto eretto ramificato nella parte superiore e caratterizzato dalla mancanza di foglie. I fiori sono numerosi, di colore bianco, con nervature brune sui tepali. I frutti sono delle capsule di forma sferica. L'asfodelo costituisce un elemento caratteristico della cultura tradizionale sarda. Il fiore viene riportato, stilizzato, nella tessitura, nell'intarsio, nella ceramica. Le foglie di questa pianta, una volta seccate, vengono utilizzate nella cestineria tradizionale. Nella produzione artigianale anglonese di cestini si utilizzano di preferenza le foglie di un'altra pianta anch'essa tradizionalmente legata alla cestineria sarda, quelle della palma nana.
Ferula o Ferula communis (Ombrellifere)
È una pianta erbacea perenne che cresce in tutto il bacino del Mediterraneo. Alta fino a 3 metri,ha il fusto eretto, cilindrico, striato che si ramifica in alto. Le foglie grandi, basali hanno il lembo finissimo e suddiviso. I fiori, piccoli e gialli, a 5 petali, sono raggruppati in ombrelle dorate che splendono in aprile-maggio. La ferula ha un potente apparato radicale con cui si insedia in luoghi aspri e rocciosi.
Sfugge alla siccità delle estati sarde perdendo le foglie all'inizio della stagione calda. Le foglie fresche sono velenose e provocano nel bestiame che le mangia per errore forti emorragie che possono portare a morte. I fusti secchi venivano utilizzati per la costruzione di piccoli sgabelli, seggiole, tavolini. I bambini li utilizzavano per i loro giochi trasformandoli in cavalli con tanto di briglie e finimenti. Questa pianta, di per sé velenosissima, ospita nelle sue radici un fungo molto buono: Pleourotus ferulae molto conosciuto e apprezzato. E' stato scoperto che le ferule che non producono funghi possono essere inseminate trasferendo nell'apparato radicale il micelio di una pianta produttiva.
Ambiente collinare e montano a boschi di latifoglie: sughera, carrubo, peonia.
Sughera o Quercus suber (Fagacee)
La quercia da sughero cresce solitamente in quote tra i 200 ed i 400 metri, ma si può trovare fino a 1200 metri di altitudine.
E' un sempreverde assai longevo (può vivere sino a 300 anni) che può raggiungere i 20 metri d'altezza. Cresce su terreni profondi e freschi su substrati tendenzialmente acidi.
La corteccia inizialmente è liscia, poi diviene molto spessa e profondamente screpolata; essa fornisce il prodotto principale della pianta, il sughero, che viene periodicamente asportato e si impiega nella preparazione dei turaccioli, come materiale isolante dal calore e dai rumori e come galleggiante per gli attrezzi dei pescatori. Specialmente nelle attività artigianali della vita agropastorale il sughero era ed è impiegato per realizzare recipienti, vassoi per cibi, coppe per bere. Trova largo impiego anche nelle moderne industrie di souvenir e in espressioni artistiche popolari. La sughera resiste bene agli incendi, lo strato di sughero la protegge e ne consente la ripresa vegetativa. Le foglie sono coriacee di forma ovale allungata di colore verde lucido sopra, con feltro sotto. Il margine è dentato e talvolta spinoso. I fiori, maschili e femminili, sono portati contemporaneamente dalla stessa pianta. I frutti sono ghiande più grandi rispetto a quelle del leccio e sono ricoperte sin quasi a metà da una cupola a squame leggermente lanuginose. Le ghiande sono utilizzate nell'alimentazione del bestiame. La fioritura avviene in aprile e la fruttificazione in autunno.
Carrubo o Ceratonia siliqua (Leguminose)
È un albero sempreverde, tozzo a chioma espansa, alto fino a 15-20 metri, ramificato in alto. Le foglie sono composte, paripennate, di colore verde scuro lucente, con pinne a forma ellittica brevemente picciolate. Il frutto è un legume, la carruba, pendula, appiattita, dura, lunga fino a 20cm, di colore bruno. Il suo utilizzo nell'area mediterranea è rivolto specialmente all'alimentazione animale (specialmente dei cavalli) e solo occasionalmente per quella umana. Nelle zone di grande produzione i frutti vengono usati anche per la distillazione di alcol etilico.
Il genere Ceratonia è presente nell'intera regione mediterranea, la penisola araba e la Somalia.
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Peonia o Paeonia (Peoniacee)
Comprende specie erbacee perenni anche con radici tuberose alte fino a 1 m, ed arbusti alti fino a 2m, con coloratissime e profumate fioriture. Le foglie sono sempre caduche. I fiori sono grandi e molto colorati. Gli stami sono molto numerosi, in alcune specie possono essere più di 200. I frutti contengono semi scuri molto grossi (anche più di 1cm di diametro).
La distribuzione naturale del genere Paeonia si estende in mondo frammentato all'intero emisfero boreale: Europa (essenzialmente meridionale e orientale), Nordafrica (molto localizzata), Asia (principalmente Asia Minore, Siberia, Cina, Giappone e Himalaia), Nordamerica (solo sul versante Pacifico).
La Peonia corallina è erbacea e presente in Sardegna con fioritura tra Aprile e Maggio.
Le specie più utilizzate come piante ornamentali vengono suddivise in floricoltura in due gruppi distinti. Le peonie erbacee comprendono le varietà derivate dalla P. officinalis di origine europea, con fiori privi di profumo, portati da steli uniflori, e dalla P. lactiflora originaria della Siberia, con fiori al profumo di rosa portati da steli multiflori, molto decorativi e con una vasta gamma di colori dal bianco al rosso. Le peonie legnose o arboree, originarie della Cina e del Giappone, sono piante piuttosto rustiche, delicate ma abbastanza facili da coltivare, almeno nelle regioni temperate e a clima arido, sono molto resistenti alla siccità estiva ed esplodono con la loro generosissima fioritura ai primi tepori primaverili. Si deve però avere l'accortezza di non potarle drasticamente (vale a dire che le piante non vanno recise "raso terra", cioè senza lasciare ramificazioni munite di gemme "fertili"!). Più difficoltà comporta la moltiplicazione per divisione dei cespi radicali, che è sempre una operazione estremamente delicata, che va condotta con la massima cura e nel periodo giusto.
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