Gabriella Grosso

Gabriella Grosso

UNI TRE BOGLIASCO Briciole di Scienza dal 2007 ad OGGI

Esaminiamo ora da vicino qualche essenza caratteristica scelta per rappresentare l’ambiente di appartenenza o per la sua specificità in rapporto alla Sardegna.

Ambiente costiero con scogli e falesie rocciose: elicriso, palma nana
Elicriso o Helichrysum italicum (famiglia Asteracee conosciute anche come Composite)
Pianta suffruticosa ed odorosa, alta fino a 50 cm, con foglie argentee, lineari-filiformi piatte e pubescenti su entrambe le facce; i capolini, di colore dorato brillante, sono riuniti in una densa infiorescenza corimbosa; i frutti sono lucenti, bianchi, di forma cilindrica. È provvista di una modesta radice a fuso e numerose radichette da cui partono vari fusticini ramosi su cui si innestano le foglie.
Fiorisce in estate. È comune nelle zone pietrose e aride, sulle colline calcaree. Si raccoglie tutta la piantina. Le foglie dell’elicriso forniscono un moderato aroma di curry e possono essere impiegate per insaporire risotti, minestre, carne di pollame e ripieni.
Proprietà terapeutiche: sudorifere, astringenti, antiasmatiche e, per uso esterno, come lenitivo antinevralgico. Nell'elicriso coltivato per il giardinaggio la caratteristica del fiore è che ha i petali secchi e ben si adatta alla conservazione.
Nella Sardegna centro-orientale il genere Helichrysum è presente con un endemismo, la specie saxatile detta Elicriso sardo, con profumo più gradevole, aromatico.

Palma nana o Palma di S.Pietro Chamaerops humilis (Palme)
E’ un arbusto sempreverde che predilige substrati calcarei. Le foglie sono formate da segmenti lanceolati disposti a ventaglio e presentano un lungo stelo spinoso. I fiori sono gialli e riuniti in una infiorescenza a pannocchia. Il frutto è commestibile e il germoglio apicale viene utilizzato nell'alimentazione come cavolo-palmizio.
Questa vegetazione, comune a tutti i paesi del Mediterraneo, era un tempo diffusa sulle coste sarde: divenuta sempre più rara, è oggi protetta. Le sue foglie sono state sempre utilizzate per lavori d'intreccio in tutti i paesi in cui questa pianta cresceva spontanea. In Anglona in particolare è il materiale con cui si fabbricano i famosi cestini di Castelsardo e di Tergu.


Ambiente costiero a zone umide con lagune salmastre:salicornia
Salicornia o Salicornia glauca (famiglia Chenopodiaceae)
E’ un frutice comunemente diffuso su suoli salini presso stagni e paludi costiere. È una delle principali essenze che compongono la vegetazione alofita delle zone umide costiere. La pianta ha un portamento cespitoso, formante un cespuglio fittamente e irregolarmente ramificato fin dalla base. L'altezza, in genere di pochi decimetri, può raggiungere anche gli 80-100 cm. I rami sterili sono generalmente più lunghi di quelli fertili. Durante la piena attività vegetativa, in inverno e primavera, la pianta ha una colorazione verde glauca (da cui il nome), mentre in estate e in autunno ha una colorazione con tinte rossastre. Le foglie sono opposte; apparentemente assenti, sono in realtà ridotte a squame carnose saldate a formare una guaina che avvolge il ramo.
I fiori sono poco appariscenti e riuniti in spighette di tre elementi, di colore all'inizio giallastro poi scuro in corrispondenza della maturazione dei frutti. Le spighette sono inserite in fossette da cui sporgono vistosamente, e sono portate dai rami fertili inseriti sui rami dell'anno precedente. Il perianzio è ridotto, i fiori maschili sono provvisti di due stami. Il frutto è leggermente allungato, di colore nero e lucente, completamente avvolto dal perianzio, che diventa carnoso.
L'attività vegetativa si concentra in particolare nelle stagioni più fresche (inverno e primavera), mentre la fioritura si protrae dalla primavera all'estate.
È una pianta tipicamente alofila e che accumula grandi quantità di sale all'interno dei rami carnosi. Tollera una salinità elevata e in genere si insedia su suoli permeati da acque salse che hanno concentrazione salina maggiore di quella marina.
È diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo. L'habitat tipico è rappresentato dai suoli adiacenti alle zone umide salmastre (stagni, paludi, lagune) occupando anche aree soggette a temporanea sommersione da parte di acque salse. Forma con altre specie praterie più o meno rade, chiamate comunemente salicornieti. I salicornieti e i canneti, che si trovano in aree interessate da un minore accumulo di salinità, sono i più importanti siti di nidificazione e rifugio dell'avifauna delle zone umide costiere. Gli stessi frutti della Salicornia glauca sono utilizzati come cibo da diversi uccelli.


Ambiente costiero a dune e arenili: santolina, ginepro, giglio di mare
Santolina o Santolina insularis (famiglia Composite)
Endemismo sardo. La santolina è un arbusto aromatico sempreverde originario delle regioni mediterranee che raggiunge i 50-60 cm di altezza. Le foglie sono tomentose, hanno un bel colore grigio-argenteo e sono composte da piccoli lobi lineari. I fiori, piccoli e gialli, sbocciano in estate e vengono utilizzati, come le foglie, in medicina naturale. Possiede proprietà vermifughe e antispasmodiche. È impiegata anche come pianta da bordura.
Le foglie profumate della santolina sono presenti in cucina, soprattutto nei piatti a base di pesce. La santolina, essiccata, si può utilizzare per profumare la biancheria e per allontanare le tarme da cassetti e armadi. In passato si utilizzava per tenere lontano le zanzare e gli insetti in genere. Le radici molto forti della pianta, la rendono adatta al consolidamento delle scarpate.
Ginepro o Juniperus (Conifere famiglia Cupressacee)
Il ginepro è una pianta sempreverde diffusa negli ambienti marini aridi, grazie alla sua resistenza alla salsedine e ai venti, e fino ai 1500 metri di altezza.
E' stata una delle prime piante che s'insediarono in Sardegna. Quando si incontra nel bosco qualche esemplare ormai morto e circondato da lecci e corbezzoli che gli sono cresciuti addosso, bisogna sapere che la lunga, secolare, vita di quell'esemplare ha permesso la creazione del substrato necessario allo sviluppo della flora successiva, più esigente. La chioma è espansa e disordinata, i tronchi contorti. Produce un legname profumato, usato un tempo per travi nelle abitazioni, per lavori di ebanisteria e per la costruzione di imbarcazioni. Esso è praticamente imputrescibile e di lunghissima durata: può resistere migliaia di anni, nel villaggio di Tiscali si possono ancora ammirare le architravi delle capanne in legno di ginepro risalenti a 2000 anni fa.
La "fioritura" avviene da gennaio ad aprile ed i "frutti", inizialmente verdastri, maturano dopo un anno diventando rosso scuro. Le bacche contengono un olio balsamico che ha proprietà stimolanti, disinfettanti e digestive. Il ginepro ha un accrescimento lentissimo, tuttavia, grazie alla sua longevità riesce a raggiungere dimensioni notevoli, fino ai 7/8 metri di altezza.
Dal legno di ginepro si ottiene "l'olio di Cade", utile contro le dermatosi croniche e, in veterinaria per combattere la scabbia e le ulcere degli ovini.
Juniperus phoenicea si distingue dall’oxycedrus, entrambi presenti, per il fatto di avere foglie squamiformi invece che aghiformi.
Giglio di mare o Pancratium maritimum (famiglia Amarillidacee NB: ovario infero, stami 6)
E’ uno dei fiori più belli delle spiagge del Mediterraneo. Grande e bianco, ha le foglie piane e larghe, di colore verde opaco. Nonostante il nome comune botanicamente non è un giglio, infatti la famiglia di appartenenza non è Liliacee, ma Amarillidacee. Ama le sabbie asciutte e calde, al riparo dalle ondate. Si trova anche nelle pinete dunali. Le fioriture, che avvengono nel periodo di luglio–settembre, sono a volte molto estese. È una pianta protetta: la continua raccolta dei fiori, candidi e profumatissimi, da parte di coloro che frequentavano le spiagge, metteva infatti in serio pericolo questa specie, in quanto ne ostacolava la riproduzione.
Si distingue dal Pancratium illiricum che ha fiori più piccoli riuniti in infiorescenze invece che solitari e foglie non contorte a spirale.

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