La natura in Sardegna è particolarmente ricca e originale; ciò è dovuto all'adattamento a condizioni climatiche particolari, all'insularità e alla storia geologica dell'isola. Per la varietà dei suoi ecosistemi la Sardegna è da molti considerata come un micro-continente costituito da un alternarsi di paesaggi montuosi e di foreste, di zone completamente disabitate, di lagune, di corsi d'acqua tumultuosi, di lunghissime spiagge sabbiose e di falesie a strapiombo sul mare. Questi ambienti sono così differenti anche per la loro antichità, infatti i rilievi del Sulcis e dell'Iglesiente sono le zolle più vecchie d'Italia. L'antichità di queste terre e la lontananza dal resto del continente ha consentito la presenza di alcune specie animali uniche e purtroppo a rischio di estinzione come il muflone, la foca monaca, il falco pellegrino. Una particolarità dell’isola è che alcune specie animali, come i famosi cavallini della Giara di Gesturi (Nu), sono caratterizzate dal "nanismo", ossia presentano dimensioni ridotte rispetto alle loro "sorelle" d'oltremare. Un altro ambiente “unico” è quello degli stagni; essi racchiudono l’ecosistema caratterizzato dal fenicottero rosa, che migra ogni anno scegliendo la Sardegna fra le sue tappe preferite, dato che a volte vi depone le uova.
LA FLORA
Il clima in Sardegna è di tipo mediterraneo sub-tropicale con estati secche (temperatura media 24°) ed inverni miti e piovosi (temperatura media 10°). I suoi elementi, cioè temperatura, insolazione, piovosità, venti, insieme con la natura del substrato, hanno selezionato le essenze che caratterizzano la flora sarda. Circa il 10%, di tutta la flora della Sardegna è costituita da "endemismi”, cioè specie isolate, che vivendo in zone di estensione limitata, picchi rocciosi, piccole valli, dune sabbiose, hanno sviluppato caratteristiche proprie ed originali. In Sardegna sono presenti anche numerosi paleoendemismi, specie endemiche di antica origine.
E’ possibile individuare gli ambienti sottodescritti.
Ambiente costiero con scogli e falesie rocciose. Quando la roccia per l'azione di dilavamento diviene affiorante e quando lo strato di humus è insufficiente e non permette l'attecchimento delle piante sempreverdi della macchia, allora compare la gariga, una vegetazione aperta di erbe e arbusti spesso aromatici, con piante basse che crescono isolate e rade. Le garighe si possono trovare dal livello del mare fino ai 1400 metri di quota e la loro vegetazione è costituita da specie come: timo, ginestre pungenti, santoline, elicriso, cisti, euforbia, teucrio, lavanda, palma nana.
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Ambiente costiero a zone umide con stagni, acquitrini, saline e lagune, di cui la Sardegna è ricchissima. Le specie vegetali in grado di adattarsi all'acqua salmastra (alofite) si sostituiscono gradualmente alle piante d'acqua dolce (idrofite). Una specie per tutte: la salicornia.
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Ambiente costiero a dune e arenili, caratterizzati da specie psammofite (piante della sabbia). Sono piante che hanno particolari esigenze e si sono adattate a condizioni di vita difficili. Vivono in un substrato povero d'acqua, ricco di salinità e colpito particolarmente dai venti. Questa vegetazione possiede caratteristiche peculiari come apparati radicali profondi, organi di riserva, foglie che consentono di resistere e di adattarsi anche alle condizioni più diffìcili. Si possono distinguere diverse fasce: spiaggia, anteduna, duna, retroduna. Le piante più comuni in questo ambiente sono: eringio, silene, convolvolo, santolina. Spesso nelle aree retrodunali ritroviamo la tamerice e i ginepri. Sulle rupi della costa si sviluppa il fìnocchio marino e il genere Limonium insieme a felci e vari fiori, il più bello tra i quali è il giglio pancrazio.
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Ambiente costiero a macchia. Col termine di macchia mediterranea si identifica di solito una formazione sempreverde di altezza non superiore ai 4 metri composta prevalentemente da: lentisco, corbezzolo, fillirea, olivastro, erica arborea ed erica scoparia, euforbia arborea, ginepri, mirto, cisto, alaterno, rosmarino, viburno, ginestra, infittita da liane come: salsapariglia, robbia, clematide, lonicera. Dove affiorano i pascoli fiorisce l’asfodelo. La macchia è la vegetazione più rappresentativa dell'area mediterranea. Molto spesso la macchia è il risultato della degradazione della foresta per tagli eccessivi, incendi o pascolo intensivo. A causa delle particolari condizioni climatiche della Sardegna, la fioritura di molte specie si alterna durante il corso dell'anno: in inverno fiorisce il corbezzolo; in febbraio il rosmarino; in marzo l'alloro, le ginestre, l'erica; poi l'esplosione di forme e colori di ferula, cisto, mirto... nei mesi di Aprile e Maggio.
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Ambiente collinare e montano a boschi di latifoglie. L'imponenza di alcune di queste formazioni, un tempo ricchissime in Sardegna, si può ammirare soprattutto in aree montane e collinari del centro e del nord. Mentre queste formazioni sono testimoni della flora mesofila del Terziario, le pinete sono di chiara origine antropica.
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Boschi di leccio
La lecceta è una formazione sempreverde formata da alberi di leccio che in Sardegna si estende dal livello del mare fino a 1200-1400 metri, su qualsiasi substrato. Esistono ancora in alcune aree calcaree del Supramonte di Orgosolo alcuni lembi di foresta di leccio in struttura primaria. I boschi di leccio sono solitamente molto fitti e fanno filtrare poca luce, per cui solo poche altre specie vegetali riescono a convivere: il pungitopo, l'asparago, la salsapariglia, il ciclamino, la peonia.
Boschi di sughera
La sughera è una specie xerofila che si sviluppa bene anche in ambienti freschi ma non freddi. In Sardegna si sviluppa fino ai 900 metri di altitudine e non è presente in zone calcaree. Rispetto al leccio presenta una chioma più aperta che permette l’inserimento di altre essenze arboree come il carrubo, ed un sottobosco più ricco.
La sughera è più resistente al fuoco rispetto al leccio e tende ad estendere il suo areale sostituendo col tempo le leccete anche perché l'uomo, per ricavarne il sughero, favorisce lo sviluppo di questi boschi.
Boschi a foglie caduche: roverella e castagno
La roverella forma boschi luminosi che consentono l'insediamento di numerose specie erbacee sul terreno. Durante il periodo invernale quest'albero perde le foglie e consente di utilizzare per buoni periodi il terreno sottostante per il pascolo. I boschi di roverella si estendono dai 200-300m sino a 1400-1500m sul livello del mare, soprattutto su terreni freschi, su substrato siliceo. In Sardegna le quercete tipiche a roverella si trovano nelle aree più elevate. Le maggiori estensioni di boschi di roverella si trovano: sul Gennargentu, nella Giara di Gesturi.
Il castagno in Sardegna è presente soprattutto oltre i 900 metri.
Boschi di conifere
Le pinete spontanee in Sardegna sono rare e sono costituite da pino d'Aleppo (Pinus halepensis) e da pino marittimo (Pinus pinaster). Il pino d'Aleppo è presente allo stato spontaneo nell'isola di S.Pietro e a Porto Pino, mentre il pino marittimo è presente nella parte sud occidentale della Sardegna e in alcune zone della Gallura. Le altre pinete che ricoprono vaste aree dell'isola, soprattutto le fasce litoranee a pino domestico (Pinus pinea), sono tutte di impianto artificiale.
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